Feste private, compleanni, cerimonie e ricorrenze patronali. Questi gli eventi finiti sotto accusa perché “colpevoli” di aver fatto alzare in Abruzzo l’indice di trasmissione (Rt) fino a oltre la soglia dell’uno (1,14), calcolato sui casi sintomatici e riferito al periodo dal 13 al 26 agosto. Secondo il monitoraggio del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, l’indice di trasmissione relativo al monitoraggio settimanale vede l’Abruzzo al terzo posto in Italia, superato solo da Sardegna (1.99) e Friuli-Venezia Giulia (1.18) e seguito da Puglia (1.08) e Toscana (1.05). Questo indica che c’è stato un aumento del numero di casi sintomatici contratti a livello locale. L’indice Rt indica il tasso di contagiosità, misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva e il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto dopo l’applicazione delle misure di contenimento.
Per capire quanto ci sia da allarmarsi alla luce di questo dato, abbiamo sentito il direttore del Dipartimento salute della Regione Abruzzo, Claudio D’Amario, già membro della task force nazionale per l’emergenza coronavirus.
Il dato regionale sull’indice di contagio ci deve preoccupare?
«È un dato importante che deve far capire quanto sia necessario rispettare le norme di distanziamento. Ad alzare la media è stata la Valle Peligna. Nei prossimi giorni andremo ad analizzare la situazione epidemiologica di quel territorio. È vero che i focolai sono tracciati, ma non sappiamo bene quale sia la circolazione reale e dobbiamo trovare i pazienti originatori che hanno poi trasmesso il virus. Se crescerà ancora il numero di contagiati dovremmo riunire la Commissione tecnico scientifica regionale per suggerire delle manovre restrittive. La zona è vasta ma i dati ci fanno capire che ci sono persone residenti in un posto e che girano in tutta la vallata. Non sono allarmato, ma preoccupato sì».
Che cosa non bisogna fare? Come comportarsi?
«Voglio lanciare un messaggio: bisogna fare molte attenzione ai ritrovi pubblici e privati, evitare di partecipare a feste di compleanno, cerimonie, feste patronali. Il consiglio è ancora una volta di mantenere il distanziamento. Quanto non è possibile bisogna usare tutti la mascherina».
Quanto è alto il rischio di nuove zone rosse in Abruzzo e quali sono i parametri per dichiarare una possibile zona rossa?
«Ci sono dei parametri specifici di incidenza e se alcuni sono elevati c’è da agire subito. Ma prima di arrivare a istituire una zona rossa c’è da mettere in atto delle manovre per ridurre la circolazione del virus, eliminando le occasioni di assembramento. Le misure sono sempre le stesse: distanziamento e mascherine, oltre all’igiene personale. Siamo ancora fortunati perché l’intensità clinica è lieve. Siamo però anche pronti con le nostre strutture qualora dovesse esserci una ripresa della sintomatologia clinica».
Crede anche lei, come molti studiosi, che tra due mesi ci sarà un aumento di casi clinici?
«La malattia è aggressiva a seconda dell’ospite. I nostri test oggi si rivolgono a persone giovani che stanno bene. Siamo passati da un momento in cui, a marzo e aprile, il virus colpiva persone deboli con problemi di salute. La differenza quindi la fa la tipologia di persone che viene testata. Con la ripresa delle attività in ambienti chiusi, a causa dell’arrivo del freddo, sicuramente potrebbe esserci una più intensa ripresa della circolazione virale. Senza contare che ci sarà la sovrapposizione con l’influenza stagionale, che potrebbe causare un sovraffollamento negli ospedali».
E che cosa possiamo fare per evitare questa situazione?
«Determinante sarà il ruolo dei medici di famiglia con cui stiamo già lavorando affinché ci sia una selezione dei pazienti. Saranno loro a fare la differenza».
I prossimi 20 e 21 settembre si terrà l’election day dove saranno accorpate in una unica tornata il primo turno delle amministrative, le elezioni suppletive e il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Elezioni che erano state rinviate proprio a causa dell’emergenza sanitaria. Secondo lei queste due giornate saranno un rischio per quanto riguarda la pandemia in Abruzzo e in Italia?
«Non lo saranno se sarà gestito bene il discorso di entrata e uscita del pubblico. Bisognerà disinfettare bene le mani all’ingresso, prima dell’uso delle penne comuni. Se il distanziamento e le operazioni di igienizzazione saranno messe in atto in modo adeguato non ci saranno problemi».