NEW YORK – Due giovani vicesceriffi della polizia ferroviaria, un uomo e una donna, in fin di vita a Compton, sobborghi di Los Angeles, in California. A sparargli, intorno alle 19 di ieri sera, le 4 del mattino in Italia, è stato un uomo non identificato durante quello che la polizia locale definisce “un agguato” si è avvicinato al finestrino dell’auto di pattuglia davanti a una stazione della locale metropolitana, sparando più volte da una distanza molto ravvicinata.
Non si conosce ancora l’identità dei due: si tratta di un uomo di 24 anni e di una donna di 31 – mamma di un bimbo di 6 – entrati in servizio lo stesso giorno, 14 mesi fa. L’ufficio dello sceriffo ha diffuso in un tweet il video dell’agguato, sperando possa aiutare le indagini.
Quel video ha subito scatenato la furia di Donald Trump: «Animali da colpire duramente» ha twittato rilanciando quelle immagini: cavalcando l’attacco nonostante ancora non se ne sappia la natura, nel pieno della campagna all’insegna dello slogan “Law and Order”, legge e ordine. E infatti, in un tweet successivo, ha scritto: «Se muoiono, pena di morte per il killer».
«Si è trattato di un attacco vigliacco» accusa Alex Villanueva, lo sceriffo della contea di Los Angeles, nel corso della prima conferenza stampa seguita alla sparatoria. Il capitano Kent Wegener, a capo delle indagini, ha parlato di una «descrizione molto generica». Dell’uomo che ha sparato, si sa infatti che è basso di statura, ma nel video non si vede in viso.
Da giorni, c’è tensione in quell’area: dopo l’uccisione, il 31 agosto, dell’afroamericano Dijon Kizzee, 29 anni, colpito dagli agenti mentre fuggiva in bicicletta (e aveva una pistola), scontri si sono susseguiti per quattro notti consecutive. E ieri, dopo che i due vicesceriffi erano stati ricoverati nell’ospedale di Lynwood, una piccola folla di (pochi) manifestanti si è riunita davanti a pronto soccorso gridando «Speriamo che muoiano». A loro si è rivolto lo sceriffo via Twitter: «Non facendo entrare le ambulanze mettete a rischio la vita di molte persone».