«Qui c’è un muro contro la criminalità». Parte da questa considerazione il bilancio del colonnello Florimondo Forleo, che ieri ha lasciato il comando provinciale dei carabinieri di Chieti dopo tre anni di lavoro intenso e grandi soddisfazioni. Da oggi, l’alto ufficiale torna a Roma per ricoprire il ruolo di capo ufficio comando del centro nazionale di selezione e reclutamento dell’Arma. «Non tocca a me dire come lascio la provincia», spiega, «è un qualcosa che deve sentire e vedere la gente: al di là delle notizie legate a numeri e operazioni di servizio, il grosso problema che c’è oggi in Italia è il distacco tra le cifre e la sensazione di sicurezza, che rappresenta il parametro più importante».
Dal punto di vista geografico, il territorio teatino è oggettivamente a rischio perché confina con zone in cui la malavita organizzata è presente. «Pensare che nel 2020, nel mondo della globalizzazione, non ci siano in qualsiasi parte d’Italia tentativi più o meno riusciti di infiltrazione è come disquisire del sesso degli angeli. Ma posso dire», insiste Forleo, «che nel Chietino i criminali hanno trovato un muro. E continueranno a trovarlo». Poi, il colonnello allarga il discorso: «Quello che abbiamo seminato, con l’impegno delle autorità giudiziarie del territorio, dalla Distrettuale alle Procure ordinarie, si vedrà anche nei prossimi mesi: servono i tempi tecnici prima di raggiungere risultati concreti. I cittadini avranno contezza di come, negli ultimi anni, le forze dell’ordine stiano facendo tutti gli sforzi possibili per mantenere l’eccellenza di questa regione anche nel settore della sicurezza».
La provincia di Chieti è ancora «una terra sana non solo per l’opera delle forze di polizia, ma soprattutto per merito dei suoi cittadini. Io non ero mai stato in Abruzzo: vivevo dei racconti di mio padre, che vi prestò servizio da appuntato dei carabinieri. Lui mi diceva sempre: “Un abruzzese, se fa a testate con un sardo, vince ai punti”. Ora, dopo tre anni, posso dire che aveva ragione. Mi sono reso conto in prima persona che il detto “abruzzese forte e gentile” corrisponde a realtà. Qui ho ritrovato quel senso di comunità che, in tante altre parti d’Italia, è andato perduto e, di converso, è sempre un piacere incontrare. Le forze dell’ordine e la magistratura non possono essere gli strumenti per risolvere i problemi sociali o la mancanza di senso civico: al contrario, in comunità come quella teatina, le forze dell’ordine hanno il dovere di fare di tutto per mantenere queste realtà sane».
Qual è l’operazione di cui va maggiormente orgoglioso? «L’operazione che mi ha segnato di più», risponde Forleo, «è stata la rapina ai coniugi Martelli di Lanciano». Il 23 settembre 2018, una banda di criminali romeni picchiò barbaramente Carlo Martelli, chirurgo in pensione, e la moglie Niva Bazzan, ex infermiera, alla quale mutilarono parte dell’orecchio. In primo grado, con il rito abbreviato, i sei autori del colpo accusati di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime e sequestro di persona sono stati condannati a 65 anni di carcere complessivi. «La richiesta di giustizia di quella famiglia», argomenta Forleo, «non poteva non trovare riscontro nella nostra azione. La risposta arrivata dimostra che in Abruzzo ci sono investigatori eccezionali e magistrati che non hanno nulla da invidiare a quelli che operano in altre realtà». Nella provincia teatina ci sono 46 stazioni che dipendono dalle compagnie dei carabinieri di Chieti, Lanciano, Vasto, Ortona e Atessa. «Tre anni fa, quando sono arrivato da Roma, mi sono chiesto perché ci fossero stazioni con pochi militari e quale fosse la logica operativa. È stato sufficiente qualche giorno per capire la ragione. In piccoli Comuni come Schiavi d’Abruzzo o Borrello, solo per fare un esempio, i carabinieri rappresentano lo Stato: ribadiscono a quei cittadini che lo Stato italiano è presente e ci sarà sempre, almeno finché ci sarà l’Arma dei carabinieri». Ora è arrivato il tempo dei saluti. «In provincia di Chieti lascio un pezzo del mio cuore. Mi mancheranno i colleghi. Mi mancherà andare alle farchie di Fara Filiorum Petri, alle sfilate in costumi tradizionali di Lanciano e Ortona, alla processione del Venerdì Santo di Chieti con i musicisti e i cantori del coro del Miserere». Da oggi il nuovo comandante provinciale è il colonnello Alceo Greco.