Come riportato dal centro.it non c’è stato niente da fare per Alessandro Compagnoni, 43 anni, di Ortona. La tragedia si è consumata in una palazzina di piazza 28 Dicembre, nella zona di Fonte Grande. Sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri per fare luce sulla tragedia. Al momento l’ipotesi principale è che il decesso sia avvenuto per cause naturali. Il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti, Lucia Anna Campo, ha disposto l’ispezione cadaverica. Dopo l’esame, che verrà eseguito stamattina da un medico legale all’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata, il pm deciderà se ordinare o meno l’autopsia prima di restituire il corpo alla famiglia per l’ultimo saluto. Compagnoni, che viveva da solo, non era sposato, non aveva figli e non lavorava.
L’allarme è scattato quando mancavano pochi minuti alle 15. Sul posto si è precipitata un’ambulanza del 118: gli operatori hanno provato a rianimare il paziente, già in arresto cardiaco, ma non c’è stato niente da fare. A quel punto nell’abitazione sono arrivati anche i militari dell’Arma, considerando che si è trattata di una morte improvvisa. Da un primo sopralluogo, non sono emersi segni di violenza o elementi tali da far pensare a responsabilità penalmente rilevanti a carico di terze persone. Ecco perché gli investigatori ipotizzano che a stroncare l’uomo sia stato un malore.
Gli accertamenti disposti dalla procura sono indispensabili per escludere che la morta sia avvenuta per ragioni riconducibili all’uso di sostanze stupefacenti. All’interno dell’appartamento, in base a quanto emerso, non sono state trovate tracce di droga.
I carabinieri cercheranno di ricostruire le ultime ore di vita del 43enne e i contatti che ha avuto prima di morire per fare chiarezza su cosa sia accaduto: importanti potrebbero risultare le testimonianze di familiari e conoscenti.
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