Sul fronte vaccino i primi ad uscire allo scoperto sono stati quelli della Pfizer-Biontechsia che oggi annunciano l’efficacia, in termini di risposta, al 95% e «l’assenza di effetti avversi gravi» in termini di effetti collaterali. Poi è toccato a Moderna, l’altra casa farmaceutica americana in corsa che sull’efficacia ha già toccato il 94,5%; ma in lizza c’è anche il russo Sputnik V. Per non parlare dell’ Oxford-AstraZeneca, sul quale stanno lavorando l’università e l’azienda farmaceutica britannica e le cui dosi saranno prodotte in Italia dalla società Irbm di Pomezia.
La catena è lunga, sul mercato ne arriveranno probabilmente più d’uno e con caratteristiche differenti l’uno dall’altro. L’Organizzazione mondiale della sanità segue con molta attenzione lo sviluppo e le procedure di realizzazione di quelli che sono visti come la soluzione per far fronte alla pandemia. E mai, come in questa occasione, l’uomo e la scienza sono riusciti a sintetizzare un vaccino in così poco tempo.
Gli sforzi sono immani da parte degli scienziati, ma la confusione in merito al vaccino è tantissima. Vediamo, allora, di fare un po’ di chiarezza distinguendo quelli che, al momento, sono in fase più avanzata. Ci facciamo aiutare dalla Coalition for Epidemic Preparedness and Innovations (CEPI), l’organizzazione internazionale promuove e sviluppo lo stoccaggio di vaccini contro microorganismi in grado di causare nuove e spaventose epidemie. E’ l’ente che sta coordinando i numerosi progetti per la preparazione di vaccini contro il virus SARS-CoV-2.
Nella figura in basso vediamo quanti sono i vaccini e i Paesi che stanno lavorando alla loro realizzazione e a che punto si trova il livello della sperimentazione. Come si può notare sono moltissimi sia i cosiddetti “antivirus”, sia i Paesi scesi in campo per la loro realizzazione e produzione. E l’Oms raccoglie e aggiorna tutte le informazioni sui vaccini e la sperimentazione pre clinica con puntalità.