PESCARA. «Se non riceveremo sufficienti dosi vaccinali per centinaia di pazienti rimasti scoperti da un mese, saremo costretti a non ritirare affatto le forniture di vaccini in arrivo e a invitare i pazienti a rivolgersi alla Asl e ai distretti sanitari. Perché mai, mai, discrimineremo i nostri assistiti al punto da decidere a chi fare la somministrazione e a chi no».
I medici di famiglia sganciano la “bomba” alla vigilia dell’arrivo, previsto per domani, di un quantitativo di 20mila dosi destinate alle quattro Asl regionali, come annunciato nei giorni scorsi dal direttore del dipartimento Sanità della Regione Abruzzo, Claudio D’Amario.
La provocazione dei rappresentanti sindacali di un migliaio di medici di base in Abruzzo (300 tra Pescara e provincia) – Silvio Basile, Smi; Nicola Grimaldi ed Evando Crisante, Snami; Franco Pagano e Guido Cerolini Forlini, Fimmg – è emersa ieri mattina nella sede Snami di via Montanara. Dopo aver fatto due conti e constatato che «non ci è arrivata alcuna comunicazione relativa alla ripresa della distribuzione, né la garanzia che a ogni medico verrà consegnato il quantitativo richiesto», i medici di famiglia mandano a dire ai vertici istituzionali che «con quelle 10-20 dosi a testa che ci toccherebbero, non riusciremmo mai a soddisfare le esigenze di oltre 55% degli assistiti in attesa da settimane».