come riportato dal centro.it Sette morti e 556 nuovi casi, ma il dato più significativo riguarda i ricoveri, che sono 56 in più in due giorni. I dati dell’emergenza coronavirus continuano a descrivere una situazione difficile. Secondo il virologo Paolo Fazii «siamo riusciti a frenare l’impennata e andremo avanti con questi numeri ancora per una decina di giorni, poi ci sarà un calo». Intanto, con la fine di novembre, si chiude per l’Abruzzo il mese caratterizzato dai numeri più alti di sempre. Basti pensare che del totale dei contagi da febbraio ad oggi, quasi due su tre sono avvenuti negli ultimi 30 giorni.
IL BOLLETTINO
I 556 nuovi casi, dato leggermente più alto rispetto agli ultimi giorni, sono emersi dall’analisi di 4.184 tamponi: è risultato positivo il 13,29% dei campioni. Anche in questo caso la percentuale registra un incremento (domenica 9,96%). Dei nuovi positivi, il più giovane è un bimbo di quattro mesi della provincia di Chieti e la più anziana è una donna di 95 anni del Teramano. Quelli con meno di 19 anni sono 76: 40 in provincia di Teramo, 18 in provincia dell’Aquila, 17 in provincia di Chieti e uno in provincia di Pescara. I sette decessi recenti riguardano una 71enne di Giulianova, un 72enne dell’Aquila, un 80enne di Isola del Gran Sasso, un 85enne di Pineto, una 86enne di Civitaluparella, un 87enne di Silvi e una 89enne dell’Aquila.
LE LOCALITÀ
Tra le località con più nuovi casi, in testa c’è Teramo, con 55 contagi recenti. Seguono L’Aquila (29), Chieti (21), San Salvo (20), Giulianova (18), Campli 15), Sant’Egidio alla Vibrata (14), Avezzano (13), Bellante (12), San Giovanni Teatino (12), Vasto (12), Celano (11) e Civitella del Tronto (11). Solo sette i nuovi casi a Pescara. La provincia con più contagi recenti, 232, è quella di Teramo, seguita dal Chietino (+141), dall’Aquilano (+115) e dal Pescarese (+33).
AUMENTANO I RICOVERI
Gli attualmente positivi al virus crescono di 152 unità e arrivano a 18.192. Ma il dato più significativo è quello sui ricoveri, che aumentano. Sono 790 i pazienti ospedalizzati, cioè 56 più di domenica. In particolare, 714 pazienti, 55 in più – nel dato sono compresi 29 ricoveri riferiti all’altro ieri e non inseriti nel report di domenica – sono ricoverati in terapia non intensiva e 76 (+1) in terapia intensiva. Tutti gli altri pazienti, 17.402 persone (+96), sono in isolamento domiciliare. Tanti anche i guariti delle ultime 24 ore: sono 396.
TERAPIE INTENSIVE
Salgono a 173 i posti letto di terapia intensiva a disposizione delle Asl abruzzesi, quattro dei quali allestiti negli ultimi giorni. Ai 94 esistenti già prima dell’emergenza, si sono aggiunti i 66 previsti dal piano di riordino della rete ospedaliera Covid-19 e poi altri 13. Al momento, del totale dei posti di rianimazione disponibili – esclusi i 29 presenti tra l’Ematologia di Pescara e le cliniche private convenzionate, pure a disposizione in caso di assoluta emergenza – è occupato il 43,93% delle unità, a fronte di una soglia di allarme pari al 30%.
IL MESE PIÙ DIFFICILE
Con novembre si chiude il mese dei numeri più alti: in 30 giorni sono stati accertati ben 17.477 casi di Covid-19, cioè il 62,36% dei 28.024 contagi complessivi emersi da febbraio a ieri. Pesante anche il bilancio delle vittime: ben 343, pari al 38,4% del totale di 893 decessi. Diversi i record registrati nei 30 giorni: i 939 nuovi casi del 14 novembre; i 749 ricoveri e i 35 decessi del 21; i 77 pazienti in terapia intensiva di sabato 28. Il primo novembre gli attualmente positivi al virus erano 6.633, ieri erano 18.192: il dato è quasi triplicato. Cresciuti in modo rapido anche i ricoveri, che sono passati da 423 a 790, con il numero dei pazienti in terapia intensiva più che raddoppiato (da 36 a 76 unità).
LA DISCESA
Secondo il virologo Paolo Fazii, direttore del laboratorio della Asl di Pescara, per vedere un calo significativo bisognerà attendere ancora. «Siamo riusciti a frenare l’impennata e la crescita si è arrestata», afferma l’esperto, «ora abbiamo dati in linea di massima costanti che andranno avanti ancora per una decina di giorni. Poi vedremo gli effetti concreti delle misure al momento in vigore. La discesa ci sarà presumibilmente quando già non saremo più in zona rossa». Quindi il virologo rilancia l’appello alla prudenza: «Per il periodo di Natale si parla di riaperture e ci saranno maggiori libertà. Ricordiamo che la situazione attuale è figlia dei comportamenti dell’estate. I comportamenti che avremo durante le festività natalizie, quindi, determineranno ciò che accadrà a gennaio. Mascherine e distanziamento sociale sono fondamentali, perché i rischi sono altissimi.