Gianluca Rametta non trova una casa da affittare. “Nessuno ci vuole perché ho un figlio disabile: quando racconto questo dettaglio ogni possibile trattativa salta”. Lui è un macellaio di Incisa Scapaccino, nell’Astigiano. Ha una moglie e due bambini di 9 e 10 anni. Il più piccolo ha un problema neurologico che non gli permette di camminare. “E’ nato prematuro, ha avuto dei problemi alla nascita e la sua vita è stata tutta in salita fin da subito – racconta – Mia moglie si deve prendere cura di lui e non può lavorare”.
Gianluca ha sempre fatto il macellaio, soprattutto in montagna, durante la stagione invernale o estiva. “Andavo a Courmayeur ma adesso non posso spostarmi così lontano, senza contare che la pandemia ha ridotto le occasioni di lavoro”. Non lavora da sei mesi. Cerca un appartamento da molto più tempo, da quando il suo padrone di casa gli ha annunciato di averla messa in vendita. “I miei genitori, che sono i titolari del contratto d’affitto, hanno già trovato un altro alloggio, ma noi no – dice – so di avere dei problemi ad offrire delle garanzie economiche e ci sono certe agenzie immobiliari che richiedono addirittura due contratti in famiglia”.
Chiedendo garanzie ai familiari, però, tutto sembra superabile. Fino al momento, tuttavia, in cui Gianluca racconta del figlio. “A quel punto salta tutto – dice – Alcune agenzie me lo hanno spiegato bene il problema: non sono considerato un ‘buon pagatore’, almeno sulla carta, e se un giorno non potessi pagare l’affitto il padrone di casa non potrebbe nemmeno darmi lo sfratto perché non si possono mettere in strada le famiglie con disabili”. Una storia che ricorda l’odissea, a lieto fine, patita da un malato di Sla un mese fa a Torino, che aveva esattamente lo stesso problema.

Gianluca, sua moglie e i suoi figli, però, rischiano davvero di finire in mezzo a una strada da gennaio, quando dovranno liberare l’appartamento dove vivono adesso. “Sono quattro anni che chiedo una casa popolare, anche se ho sempre aspettato a fare domanda sperando di trovare il modo di cavarmela da solo. Purtroppo non ci sono riuscito e ora non sono in graduatoria. Mi servirebbe una soluzione solo per il tempo necessario a risollevarmi, poi lascerei la casa a chi ne ha più bisogno. Ora però devo trovare un tetto per la mia famiglia”.