BERGAMO – Si fa fatica a immaginarla, ma è e sarà così (salvo sorprese): cunette, salti, berme, scalini, piani, campanature. Trecento metri di pista imbiancata da migliaia di metri cubi di neve trasportati dalla Valmalenco su camion attraverso le Mura venete patrimonio Unesco. Lo start del tracciato? Il sagrato della chiesa di San Michele al Pozzo Bianco: un gioiellino del VII secolo, affrescata da Lorenzo Lotto. Il traguardo? Di fronte alla chiesa gotica di Sant’Agostino, alla Fara. Venti secondi dopo. Avrete capito che non siamo sulle cime di Madonna di Campiglio o al Sestriere. Siamo nel centro storico di Bergamo, in città alta, un borgo medievale.
L’evento della discordia è fissato per il 23-24 gennaio: Coppa del mondo di snowboard cross. Novanta tra i migliori riders internazionali si sfideranno su una pista – letteralmente – fuori dal comune. Da Porta Dipinta, una delle strade che tagliano Bergamo alta, alla spianata d’erba della Fara e cioè il luogo dove sorgerà il discusso megaparcheggio di nove piani già al centro di scandali e inchieste giudiziarie. La gara di sci nelle vie storiche della città dei Mille, ufficializzata pochi giorni fa, fa infuriare Legambiente e divide la politica.
“Organizzare una coppa del mondo di snowboard in un borgo medievale cittadino significa non aver capito nulla dell’emergenza climatica globale, della necessità di cambiare obiettivi, di come valorizzare e tutelare i territori – attacca Elena Ferrario, presidente di Legambiente Bergamo -. Il folle, perché è il caso di definirlo tale, progetto della Federazione internazionale Sci, patrocinato dal Comune di Bergamo e dalla Regione, era stato reso noto già questa primavera, ma speravamo che sarebbe stato abbandonato cogliendone l’opportunità, in particolar modo in questo momento. Ci chiediamo come sia possibile che nessuno abbia avvertito quanto fosse priva di buonsenso questa proposta. E’ uno schiaffo in faccia a chi ha capito che il cambiamento è indispensabile”. Legambiente ha lanciato, insieme ai ragazzi del Fridays for Future, una petizione per dire no alla manifestazione: “Cartellino rosso!”, è lo slogan, accompagnato dagli hashtag #fuoriluogo e #sisciadovenevica.
Il fronte della protesta vede schierato anche il comitato civico Bergamo Bene Comune. “Si tratta di un baraccone da circo presentato come una ‘strepitosa opportunità di crescita’ e ‘vetrina ideale’. Ma per chi? Per cosa? – si domanda il comitato -. Le vie e le piazze della città svuotate dal coronavirus avrebbero potuto e dovuto essere un nuovo punto di partenza. Un’occasione per ripensare il turismo e rilanciarlo in chiave sostenibile. La tutela del centro storico – aggiungono – sembra sempre più un optional al servizio del marketing”. E qui si arriva alle polemiche politiche.
Al netto del patrocinio del Comune (a guida centrosinistra) e della Regione (centrodestra), la dura replica alle proteste arriva dalla Lega. “Da tempo Legambiente è diventato semplicemente un partito di sinistra, con posizioni radicalizzate anche prima dell’avvento di Greta – dicono il deputato Paolo Grimoldi e il consigliere regionale Giovanni Malanchini -. Lo dimostra questa ennesima inutile strumentale polemica finalizzata ad ottenere visibilità”. Per gli esponenti salviniani l’evento (voluto e spinto dalla campionessa bergamasca di sci, Michela Moioli, ndr) è “un’occasione di visibilità per Bergamo, per la valorizzazione del nostro patrimonio artistico, culturale ed ambientale attraverso lo sport”. Per capire come andrà a finire la disputa, non resta che attendere. L’ipotesi colpi di scena pare improbabile. Le gare della coppa del mondo (sia individuali che team) si svolgeranno a porte chiuse e saranno trasmesse in diretta sulla Rai e su tv internazionali. C’è da augurarsi almeno che, tra un salto e l’altro, entrino nelle telecamere anche i dipinti del Lotto.