“Abbiamo l’opportunità di cambiare la nostra prospettiva sulla montagna e sullo sci che non è solo sci alpino, di discesa. Il periodo difficile che stiamo vivendo ci consente in compenso di allargare lo sguardo ad altre possibilità che le montagne offrono per immergersi nell’ambiente invernale”. Manuel Castelnuovo è il presidente della rinomata Scuola Sci & Snowboard Courmayeur, in una delle località sciistiche più frequentate e note dell’intero arco delle Alpi, nel massiccio del Monte Bianco. Durante le festività di Sant’Ambrogio e dell’Immacolata solo l’anno scorso si vedevano lunghe code ai punti di accesso delle funivie, ma quest’anno tutto è mutato a causa dell’emergenza sanitaria e del conseguente lockdown. Nessun turista e piste chiuse. Il paese è sempre stato vuoto. Gli impianti di risalita sono fermi ancora adesso e Courmayeur aspetta che vengano almeno riaperti per i giovanissimi atleti degli sci club che vorrebbero allenarsi su alcune delle piste del comprensorio. Il 7 gennaio, se la curva epidemiologica supererà senza scossoni la dura prova delle feste di Natale e di Capodanno, la cabinovia di Dolonne, le due funivie della Val Veny e di Plan Checrouit, insieme alla funivia Skyway Monte Bianco, entreranno di nuovo in funzione anche per tutti gli sciatori amatoriali. Lo sci, però, tornerà davvero ad essere quello che è sempre stato? Secondo Manuel Castelnuovo “l’inverno quest’anno rappresenta un punto di svolta per il comparto dello sci”.
La babele dello sci in Europa e l’incubo della quarantena per chi va in Svizzera
dai nostri corrispondenti
Alberto d’Argenio
,
Tonia Mastrobuoni

Quali scelte avete preso come scuola di sci per reinventare l’offerta al tempo del Covid?
“Abbiamo ragionato e lavorato intensamente nei mesi scorsi per preparare un programma realmente alternativo o comunque complementare allo sci di discesa, che si basa sulla risalita con gli impianti a fune. Aldilà delle chiusure legate alle festività, è evidente che quest’inverno ci saranno molte limitazioni per chi utilizza le funivie. Noi abbiamo semplicemente strutturato un’offerta che, sia per i ragazzi che per gli adulti, comprende tutte le esperienze che si possono fare sugli sci: freeride, scialpinismo, splitboard, racchette da neve. L’equazione Courmayeur = sci da discesa è un elemento da sempre caratterizzante della nostra stagione invernale, ma c’è molto di più da scoprire qui. In un momento di profonda crisi del comparto, possiamo prendere altre strade meno battute, fuori dalle piste”.
Nello specifico che programmi avete confezionato?
“Proponiamo dei camp e dei corsi simili ad una vera e propria academy nei quali i giovani e giovanissimi sperimentano giornalmente oppure soltanto nel weekend in base al calendario scolastico le diverse esperienze. Potranno migliorare il livello tecnico sia in pista che fuori pista. Grande spazio verrà dato al freeride e al freestyle. Andremo a cercare canalini sempre più ripidi e difficili, boschi fitti, salti, sempre in sicurezza sia per quanto riguarda le misure anti-Covid di distanziamento e di assembramento, sia sul terreno tecnico, dunque ci eserciteremo costantemente ad usare artva, pala e sonda che i ragazzi avranno sempre nel proprio zaino per il freeride. Gli allenamenti di sci alpino ci saranno ovviamente, si faranno i pali, ma non sarà solo quello lo sci. Faremo delle salite con le ciaspole, delle uscite di scialpinismo, che costano fatica ma danno enormi soddisfazioni. La montagna non è solo lo sci. La valle del Monte Bianco in quest’anno di cambiamenti ci dà l’occasione di provare tutti i modi di vivere l’inverno a livello sportivo”.
La località di Courmayeur per promuovere l’inverno ha scelto come claim della campagna “attitudine naturale”, insistendo sugli spazi aperti e le attività invernali alternative allo sci di discesa.
“La linea che dobbiamo tracciare è quella. Come maestri di sci e snowboard di Courmayeur abbiamo questa possibilità davanti e vorremmo sfruttarla al meglio. Il collegio regionale dei maestri di sci della Valle d’Aosta è riuscito ad ottenere che i maestri federati possano anche accompagnare i clienti, come le guide alpine, in gite di scialpinismo o con le racchette da neve. Non tutte le regioni montane lo hanno permesso. Noi proporremo alle famiglie tutte queste attività. Magari fino all’anno scorso i genitori avrebbero storto un po’ il naso, adesso invece saranno molto più disponibili secondo noi a far fare ai propri figli altre esperienze oltre allo sci alpino. C’è voglia di aria aperta, di sicurezza e comunque di normalità, anche in montagna. Possiamo finalmente provare tutti a vivere la montagna in maniera più consapevole. Sciare utilizzando gli impianti di risalita ti fa restare concentrato solo sulla discesa e sulla velocità di esecuzione della sciata. Invece arrivarci grazie alle proprie energie e capacità, dopo una salita a piedi, meritandoti così il pendio che conquisti, cambia la prospettiva anche alla discesa stessa ed è un’esperienza senza dubbio più appagante. I ragazzi ma non solo loro, danno tutto per scontato. Sali con la funivia e scendi a valle. Noi gli faremo comprendere che ci sono altri modi per sciare. Sarà un gioco, step by step, ma con serietà: numero ridotto di ragazzi in piccoli gruppi, seguiti bene dai maestri in piena sicurezza sotto l’aspetto sanitario e al massimo livello della tecnica”.
Quando potranno aprire le funivie, secondo lei ci sarà anche chi non si fiderà ad utilizzarle per prudenza?
“Credo ci sarà un notevole afflusso di sciatori e che le difficoltà più grandi saranno quelle di gestire le code alle biglietterie e l’accesso agli impianti. Obiettivamente, però, una buona percentuale di utenti avrà delle riserve e cercherà delle alternative per evitare qualunque tipo di problema o rischio”.