“Certamente a Taranto ci sarà l’idrogeno, ci siamo ripromessi fin dall’inizio che sarà il progetto più avanzato e più serio di transizione energetica”: lo ha detto il premier Giuseppe Conte al termine del vertice europeo rispondendo a chi gli chiedeva se all’Ilva di Taranto, destinata ai fondi del Just Transition, si abbandoneranno i combustibili fossili.

Conte ha assicurato che il programma dell’accordo prevede che nello stabilimento si abbandoneranno in parte i combustibili fossili, e “man mano diventerà tutto verde”, ma “occorre farlo in un arco temporale già previsto dal piano”.
A Taranto però l’accoglienza dell’intesa non è delle migliori. “La sola idea che il raggiungimento di una produzione industriale vicina alle 6 milioni di tonnellate di acciaio, passi attraverso la ricostruzione degli altiforni, ed in particolare di AFO 5, genera sgomento”: dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano che bolla l’accordo come “anacronistico e assolutamente fuori dal perimetro di decarbonizzazione”.
Dopo aver listato a lutto la città, parlando di “intesa sulla pelle dei cittadini”, il sindaco Rinaldo Melucci è tornato sul tema. “Noi ancora adesso non conosciamo le carte di dettaglio di questo piano e andiamo avanti con l’accordo di programma. Questo piano per noi è carta straccia, noi dobbiamo occuparci della salute del tarantini”.
Comune e Regione, come è noto, intendono costituire il “Tavolo per la sottoscrizione dell’Accordo di Programma per la bonifica, il risanamento ambientale, la riconversione e lo sviluppo del polo siderurgico di Taranto” con proposte alternative a quelle del governo e della multinazionale.
“Dal premier Conte – ha aggiunto Melucci riferendosi alle dichiarazioni rilasciate dal presidente del Consiglio al termine del vertice europeo – ne abbiamo sentite tante di parole importanti. Ci viene chiesto di fare l’ennesimo atto di fede, ma noi non possiamo accettarlo. La prospettiva che il Governo pone rispetto al tema dell’idrogeno è una prospettiva molto lunga”.
Secondo il primo cittadino, “la verità è che prima del 2022 non cambia niente, resta anche l’attuale governance in capo a Lucia Morselli con la presenza dello Stato, che ancora non è in maggioranza. E non ci sono investimenti importanti dal punto di vista tecnologico”. “Per gennaio, non so se i sindacati lo annunciano – osserva Melucci – o riferiscono solo delle cose dal loro punto di vista positive, ci saranno altre 3mila persone in cassa integrazione. Insomma, l’orizzonte che traccia il premier chiaramente ci interessa, lo valuteremo sul tavolo dell’accordo di programma”.
Ma “oggi – conclude il sindaco – ci viene chiesto almeno fino al 2025 di sacrificare ancora la salute dei tarantini. Noi non lo possiamo accettare, volevamo più coraggio, più investimenti anche dal Recovery plan e interventi che partissero subito con questa prospettiva”.