Il Consiglio dei ministri ha impugnato l’ordinanza con cui la Regione Valle d’Aosta ha riaperto ieri bar e ristoranti, in deroga alla fascia arancione in cui si trova ancora. Sul ricorso dovrà pronunciarsi il Tar della Valle d’Aosta, a cui il governo ha chiesto sia la sospensiva sia l’annullamento del provvedimento.
“Sfugge la finalità, se non per cercare di mortificare e di sminuire i principi dell’autonomia di cui gode la Valle d’Aosta”. Così il presidente della Regione Erik Lavevaz commenta l’impugnativa da parte del Governo della sua ordinanza di riapertura anticipata di bar, ristoranti e attività ricettive. La scelta, secondo il presidente, “stupisce in particolar modo per le tempistiche, poiché arriva alla vigilia del riconoscimento ufficiale della Valle d’Aosta nella fascia di rischio medio”.

L’ordinanza 552 dell’11 dicembre 2020, autorizzata da una legge approvata dal Consiglio regionale il 2 dicembre, dispone che le attività possono rimanere aperte dalle 5 alle 18, solo con servizio al tavolo. “Ci siamo confrontati con l’unità di supporto e abbiamo valutato di anticipare l’apertura di questi locali perché ormai da settimane abbiamo dati da zona gialla, anche se i metodi del Dpcm sono lenti e rischiano di creare iniquità tra le Regioni” aveva spiegato il presidente Erik Lavevaz, da settimane in aperta polemica con il governo Conte sulle misure anti-Covid, illustrando il provvedimento.

“Prendiamo atto dell’azione intrapresa dal governo – commenta ancora il presidente della Regione Erik Lavevaz – contro un provvedimento che, come abbiamo già avuto modo di sottolineare in altre occasioni, è stato predisposto sulla base dei dati epidemiologici che, da oltre un mese, pongono la nostra Regione in quella che viene definita “zona gialla”, in quanto i parametri per la misurazione del rischio di diffusione e di controllo del virus sono in rallentamento sul territorio valdostano”.
Secondo il presidente della Valle d’Aosta “nelle settimane scorse lo abbiamo più volte segnalato al Governo italiano e non più tardi di venerdì 11 dicembre scorso abbiamo chiesto al Ministro della Salute di riclassificare in tal senso la Regione, sulla base dei dati oggettivi disponibili, così come prevede la normativa vigente. Senza ottenere risposte”.
“Ai sensi della legge 11/2020 recentemente approvata dal Consiglio regionale, sulla base dei dati e del parere favorevole dell’Unità di supporto e coordinamento, – aggiunge Lavevaz – abbiamo emanato questa ordinanza, che ha, di fatto, anticipato l’apertura di bar e ristoranti di tre giorni rispetto alla prossima collocazione in zona gialla della Valle d’Aosta”.
L’ordinanza approvata dalla Regione prevede anche il via libera alla caccia, sul modello di quanto già fatto in Piemonte, la riapertura di alcune attività sportive anche se non possono andare in Valle né i piemontesi né i lombardi che da domenica sono in zona gialla con la possibilità di muoversi in altre regioni dello stesso colore, quindi non verso la Val d’Aosta che ufficialmente resta in zona arancione fino a domenica prossima, 20 dicembre.