“Una cosa è certa. Nessuno a Natale potrà entrare nelle case degli italiani per controllare cosa fanno e quante persone ci sono. La Costituzione prevede che ciò sia possibile solo con un mandato di perquisizione”. È il giudizio di Alfonso Celotto, avvocato e costituzionalista.
Italia tutta rossa a Natale e Capodanno, misura costituzionale?
“In nome dell’interesse collettivo alla salute, a Natale, servivano misure più severe. Ma forse quelle adottate non sembrano proporzionate, adeguate, ragionevoli, e quindi sono di dubbia costituzionalità”.
È una misura tardiva, come dice la presidente del Senato Casellati?
“Sì, a mio avviso lo è, perché tre, quattro giorni di dubbi, ripensamenti e mezze notizie sono troppi per la certezza di uno Stato credibile. Nel senso che i cittadini per rispettare le regole e fidarsi dello Stato hanno bisogno di polso fermo e stabilità, soprattutto se 15 giorni fa erano state stabilite già regole severe per il Natale”.
Pensa che gli italiani reagiranno male?
“Gli italiani si fideranno ancora meno del loro Stato, nel senso che aver cambiato le disposizioni all’ultimo momento ti fa venir voglia di obbedire meno volentieri, se non addirittura di cercare forme di elusione. Uno Stato incerto rende incerti anche i cittadini”.
Con oltre 67mila morti a oggi, lei crede che sia inopportuno, per usare un’espressione soft, festeggiare un Natale che invece dovrebbe essere di lutto nazionale per tutti?
“Sarà sicuramente un Natale morigerato e intimo, ma in questa fase di così grande incertezza i cittadini hanno ancora più bisogno degli affetti e del calore umano che solo la famiglia ti può riservare soprattutto in questi giorni di festa tradizionale”.
Non la sta facendo troppo strappalacrime?
“No, perché la situazione è seria e grave, come mai nessuno aveva vissuto prima. Ci siamo sentiti tutti responsabil e guidati in maniera stabile nella prima ondata di primavera. Ma dall’estate il governo si è mostrato fragile e confuso, con deciioni tardive e incoerenti. Lasciando a noi cittadini il dubbio di essere retrocessi a sudditi”.
Nel merito: considera questo pacchetto chiaro?
“No. Il punto più incerto è quello delle visite a parenti e ad amici”.
Ma la distinzione tra giorni rossi e giorni arancione, con divieti differenti, è logica?
“È un compromesso per consentire almeno di fare qualche passeggiata nel proprio Comune o al massimo entro questo nuovo limite dei 30 chilometri”.
I ministri di Italia viva, in Cdm, hanno preteso risarcimenti al 100% per i ristoratori danneggiati: è giusto?
“Certo, perché qui lo Stato ha cambiato idea rispetto alle regole del 3 dicembre e lo ha fatto solo a 5 giorni dalle feste. Voglio dire che da due settimane i proprietari dei ristoranti avevano comprato provviste, organizzato turni di camerieri, addobbato sale perché il 3 dicembre si era detto che potevano restare aperti in tutti i giorni festivi vietando solo il cenone di Capodanno. Il repentino cambio di orientamento, oltre al malumore, ha creato significativi danni. Andava detto prima”.
Come interpreta quest’ordine del decreto che parla di uno spostamento verso le abitazioni private consentito una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22, verso una sola abitazione ubicata nella medesima regione e nei limiti di due persone, ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14”.
“Potremmo citare Italo Calvino per l’oscurità del burocratese. Ma questa regola, oltre a essere oscura, è praticamente incontrollabile. Salvo che non venga messo un drone in testa a ogni italiano. Sarebbe stato più semplice rendere obbligatoria l’App Immuni”.
Sta pensando a una sorta di Grande fratello?
“Proprio di quello parlava Orwell nel 1949. Alcuni paesi orientali ci hanno dimostrato che l’uso invasivo delle tecnologia ha consentito sicuramente un tracciamento che ha ridotto i contagi. Ma sono sistemi difficilmente conciliabili con i diritti fondamentali della democrazia”.
Perché l’uscita, nei giorni rossi, viene prevista una sola volta? Non è una misura oppressiva?
“È soprattutto una misura senza senso, come tutte quelle che non possono essere controllate. Al massimo possiamo parlare di una raccomandazione. Però, in questo modo, torniamo a sentirci sudditi e non cittadini. L’esordio dello Statuto Albertino era, non a caso, ‘con affetto di padre e lealtà di re’….”.
Sta dicendo che più che un ordine si tratta di un consiglio o addirittura di un suggerimento?
“Sa tanto di ‘fate i bravi’…Tipica raccomandazione da genitore più che da Stato democratico”.
Il testo parla di due persone in più. A suo giudizio queste persone vanno oltre il ristretto nucleo familiare?
“Non ci sono indicazioni. Quindi potrebbero essere amici, parenti, congiunti. Certo che in questo modo saremo tutti in difficoltà a scegliere se invitare la migliore amica di mia moglie, la fidanzata di mio figlio, o zio Peppino, perché solo due ne possiamo avere a casa in più oltre ai conviventi”.
Scusi, ma se invece il nucleo familiare è già ampio, tipo con 4 figli, che succede?
“Non ci sono limiti ai conviventi, nel senso che se a casa mia abitiamo in dieci restiamo in dieci anche per le feste, e comunque potremmo aggiungere altri se appartengono alle categorie dei minorenni, degli anziani e dei disabili”.
E se uno ha tutti e quattro i nonni, deve fare una scelta perché il numero limite è due? Oppure può fare uno strappo?
“La scelta è obbligata, bisognerà invitarli due per volta, due il 24 e due il 25. E magari resterà fuori qualche zia che si dispiacerà”.
Il tetto dei 14 anni per i ragazzi ammessi agli incontri. Cosa cambia se uno ha 15 o 16 anni? Il Covid lo esclude dal pranzo di Natale?
“Sappiamo che i bambini sono sicuramente più resistenti al Covid e sappiamo anche che i minori fino a 14 anni non possono essere lasciati soli altrimenti è un reato. Quindi i figli da 15 anni in su sono considerai adulti, per cui o li lasci a casa oppure se li porti con te rientrano nel numero dei due”.
Davvero lei pensa che due persone in più, dopo gli shopping forsennati di questi giorni nei centri commerciali, facciano la differenza nella lotta al Covid?
“No, però è un numero simbolico per contemperare socialità e misure restrittive”.
Non è ridicolo chiudere per Natale e poi aprire per i giorni arancioni?
“Sarebbe stato più semplice una regola unica per tutte le feste, però anche qui comprendo l’esigenza di un contemperamento, e quindi di consentire almeno in alcuni giorni una maggiore mobilità”.
Eventuali controlli delle polizie sono consentiti all’interno dei domicili?
“No, l’articolo 14 della Costituzione prevede che occorra un mandato di perquisizione del giudice per entrare in casa. Ovviamente sono possibili controlli indiretti”.
Del tipo?
“Se abito in una casetta isolata e una pattuglia davanti all’isolato vede entrare otto persone, una volta accertato che non si tratta di conviventi, li multa e li rimanda a casa. Ma tutto questo deve avvenire all’esterno. Dobbiamo ricordarci che, con queste nuove misure in vigore, se un cittadino viene fermato e la motivazione non è sufficiente non solo vieni multato, ma anche rimandato a casa”.