“Non mi sono mai specializzato sui pipistrelli, però che siano mammiferi lo sanno tutti. Ma la precisazione a Bruno Vespa non è stato un rimprovero, ma una frase di istinto”. Francesco Barberini ha 13 anni, ma parla come un divulgatore scientifico d’esperienza. Voce e faccia da ragazzino, “come tutti gli altri” ripete spesso, ma già una carriera fatta di passione, studio, conferenze nelle scuole e nelle università e cinque libri. L’ultimo, edito da Salani e da poco in libreria, si intitola “Che fine hanno fatto i dinosauri?”. Due giorni fa nella trasmissione “Da noi…a ruota libera” ha rettificato una imprecisione di Bruno Vespa che aveva definito i pistrelli uccelli, anziché mammiferi.
Insomma Francesco, non ti sei intimidito a correggere Vespa in diretta tv?
“Il mio lavoro è la divulgazione scientifica, cioè cercare di far capire e trasmettere informazioni giuste nel campo della scienza. In quel momento non ho pensato che avevo Vespa davanti e quindi ho solo, tranquillamente, cercato di spiegare una verità. Sono abituato a stare in pubblico e il mio non è stato un rimprovero. Vespa ha sorriso, non si è nemmeno arrabbiato…”.
Francesco, l’aspirante ornitologo 13enne premiato da Mattarella: “Vi racconto i dinosauri”
Dopo i dinosauri, ora sono i pipistrelli la tua passione?
“In verità non li ho mai studiati in maniera approfondita. Ma mi piace la natura in generale e sono molto curioso quindi quando trovo una informazione cerco di assimilarla. E poi il fatto che i pipistrelli siano mammiferi non è una scoperta!”.

Come è nata la tua passione per la natura?
“La prima passione sono stati gli uccelli. Quando avevo due anni e mezzo, ero nel lettone con mamma e papà, e ho visto un film documentario che si intitola “Il popolo migratore”: mi ha aperto gli occhi su un mondo nuovo. Poi, fin da piccolissimo, ho avuto una passione anche per i dinosauri come tanti bambini della mia stessa età. Volevo sapere sempre più cose e col tempo, facendomi leggere libri e storie dai miei genitori, ho capito che molte informazioni che pensiamo di avere non sono vere e ce ne sono molte altre che non sappiamo. Ma queste non sono due passioni differenti, perché come scrivo nel mio libro i dinosauri sono ancora tra noi e sono proprio gli uccelli”.
Quanto tempo dedichi ai tuoi interessi?
“Sono un ragazzo come gli altri, vado a scuola, ho degli amici, faccio karate. Poi il tempo libero lo dedico all’approfondimento e al birdwatching che per me non è un’attività da fare ogni tanto ma uno stile di vita: se sono in camera mia e passa un uccello, corro alla finestra per cercare di identificarlo”.
Che vuoi fare da grande?
“Mi piacerebbe continuare quel che faccio già ora nel campo dell’ornitologia. Ci sono modi diversi di fare scienziato: da campo, da laboratorio. E poi c’è anche il divulgatore scientifico che è una figura molto importante. Le scoperte scientifiche non arrivano presto alla conoscenza di tutte le persone e invece a me piacerebbe raccontarle e trasmetterle. Non è semplice: bisogna conoscere bene un argomento, avere la passione per assimilare le informazioni, trarre le conclusioni e spiegarle in maniera semplice ma scientifica. Senza passione non si va da nessuna parte: per questo invito sempre le persone, adulti e ragazzi, a coltivarla”.
Hai un mito a cui ti ispiri?
“Ammiro molto Piero Angela. Ci siamo conosciuti, ormai possiamo dire che siamo amici”.
Con il Covid, le limitazioni ai viaggi e alla scoperta, la tua vita e la tua attività sono cambiate?
“Al netto di tutto il male e il dolore, questo periodo ci è servito per farci riflettere. Siamo vulnerabili, come gli animali dipendiamo da altri esseri viventi, non siamo padroni della terra. In natura non vince l’animale più forte ma quello che si sa adattare meglio. A me sono mancate le lezioni in presenza ma ho continuato a fare conferenze online. E mi sono mancati i viaggi che ti aprono la mente. Però è stata anche l’occasione per riscoprire le aree verdi e le passeggiate vicino casa che magari snobbavamo ma sono importanti dal punto di vista della biodiversità. Per rispettare la natura bisogna viverla”.