Come sarà il 2021 dal punto di vista meteorologico? intanto è arrivato proprio adesso in Redazione da un nostro lettore di Atri alcune immagini e video che rende il Natale magico. ora possiamo dire che non esistono più le mezze stagioni, perché settembre è stato globalmente più mite Atri la città storica
Atri e le sue origini
Tra fertili colline bagnate dalla brezza del mare e brulli calanchi, sorge la ridente e svettante Città di Atri. Nota dagli autori greci e latini come la forte e valorosa Hatria Picena, le sue origini e testimonianze sin dall’Età del Ferro (X – XI secolo a.c.) come mostrano i rinvenimenti archeologici, narrano di una potente città facente parte della V Regio del territorio Piceno, tra le prime ad emettere una moneta propria fusa in bronzo siglata HAT sin dall’epoca preromana (IV – III a.c.), custodita oggi presso i Musei più importanti del mondo. In virtù del suo rilevante status sociale e commerciale, fu tra le prime città ad allearsi con i romani già nel 289 a.c., svolgendo un ruolo preponderante nell’espansione di quello che sarebbe stato il futuro impero. Attraverso la formula togatorum, la città di Atri si prestò in aiuto di Roma nel momento più delicato della sua affermazione attraverso numerosi militi tra cui si distinse Publio Salvieno, della famiglia dei Publii, la stessa dell’imperatore Publio Elio Adriano. Sono attestati magistrati, prefetti all’epoca di Caracalla, curator muneris pubblici per la corretta gestione dei fondi destinati a spettacoli di gladiatori che spesso erano attribuiti ad ex magistrati distintisi per onestà, personaggi che si occupavano del collegio preposto per le celebrazioni dell’imperatore e numerosi fondi ed iscrizioni che attestano questo fecondo e brillante periodo. Per via della sua importanza strategica e commerciale in antichità, si ritiene che la città abbia dato il nome al Mar Adriatico “Hadria – Hadriaticum”, conteso attualmente con la Adria veneta, in virtù della presenza di antiche popolazioni indoeuropee di matrice illirico-sicula, la cui divinità era Hadranus. Il geografo greco Strabone ricorda la presenza di un approdo marittimo sulla costa al servizio della retrostante città, i cui fiorenti commerci consentirono sin dai primordi un’apertura di ampio respiro su tutta la cultura del Mediterraneo. Attraverso le cosiddette “anfore hadrianai”, che Plinio descrive come tenuitas e firmitas, si commerciava olio e in particolar modo vino, tanto apprezzato dai medici greci a scopo medicamentoso, ottimo per l’apparato digerente e reclamato sin dall’Egitto come mostrano i papiri rinvenuti. Polybio narra che Annibale guarì i propri cavalli e il suo esercito, affetti da scabbia, con del vecchio vino piceno, varcando il territorio Pretuziano e Adriano. Anche le antiche monete recano un repertorio iconografico legato al mare, delfini, razze, anfore vinarie, tutti elementi che caratterizzavano la città sin dal IV secolo a.c.
La neve è, infatti, da sempre uno dei simboli letterari più potenti, usato dai poeti, dai narratori, dai cineasti, perché pura e fredda allo stesso tempo, distaccata e allo stesso tempo innocente (anche se potenzialmente mortale). Come l’hanno gestita i più grandi poeti del nostro tempo? Ecco cinque esempi. Grazie al nostro Amico Freki