Si è sparato mentre in videochiamata era collegato con la figlia più piccola, una bambina di sei anni. In un piccolo paese del Canavese, domenica è stata segnata l’ultima frontiera nel campo delle vendette di mariti violenti abbandonati dalle mogli. Perché l’uomo che si è ucciso davanti alla più piccola dei tre figli undici mesi fa era stato denunciato dalla moglie per maltrattamenti. “Dice che vuole ammazzarmi” aveva raccontato tra la paura la donna ai carabinieri. Era scattato il codice rosso e in estate la donna e i tre figli avevano lasciato la casa che condividevano ancora con l’uomo per un luogo protetto, una comunità.
Ed è li che domenica sera l’uomo – che aveva 53 anni e dopo aver perso il lavoro faceva il bibliotecario in paese per otterenere un piccolo sostentamento – ha raggiunto la bambina. Una telefonata shock, che lascerà un segno per tutta la vita nella bambina. Accompagnata da un biglietto abbandonato sul tavolo pieno di accuse nei confronti della donna. A dare l’allarme è stata una vicina di casa dell’uomo che – sentito il colpo di pistola – ha chiamato i carabinieri. Ma quando sono arrivati i soccorsi era già tutto finito. Resta solo da capire un particolare: dove abbia preso l’arma. A differenza di armi che l’uomo deteneva regolarmente, la Beretta calibro 6,35 con cui si è tolto la vita era illegale.