Doveva dimettersi, perché l’immagine dell’asilo doveva essere tutelata. Ad ogni costo. E se lei non avesse rassegnato le dimissioni, sarebbe stata comunque mandata via, perché altrimenti c’era il rischio che i genitori ritirassero i loro figli da quel nido privato. Non era una vittima da proteggere, in quel momento, ma solo un “guaio” da allontanare, per evitare le conseguenze imbarazzanti delle foto osè della maestra che erano state diffuse dal suo ex fidanzato in una chat del calcetto. Con un audio “choc” fatto ascoltare in aula, la direttrice accusata di violenza privata per averla “costretta” a licenziarsi, manda un messaggio a tutte le maestre: “Allora ragazze, ho pensato di fare un vocale: domattina mi darete tutti i cellulari perché ho paura che lei possa prendere come pretesto qualsiasi cosa per danneggiarci. Per favore, cercate di indurla a fare qualcosa di sbagliato: qualsiasi cosa succeda mi chiamate e io lo prendo come pretesto per mandarla via. Fatemi sta cortesia, io non più cosa fare”.

La voce è roca, esasperata. “Sarà una guerra durissima” spiega la direttrice, difesa da Valentina Zancan, avendo immaginato le conseguenze legali che ci sarebbero state visto che la ragazza, dopo aver firmato le dimissioni, aveva deciso di non convalidarle. Il messaggio vocale nel gruppo whatsapp delle maestre viene mandato il giorno dopo che la giovane vittima di revenge porn era stata convocata in una riunione proprio davanti a tutte le sue colleghe, per decidere come affrontare la situazione.

“Lei piangeva – hanno testimoniato in aula due di loro – era disperata. La direttrice le disse che doveva scegliere se prendersi un periodo di pausa o se dimettersi, ma non le impose nulla”. Entrambe, tra molti “non ricordo” e “non lo so”, hanno affermato che al termine di quella riunione era stata la stessa maestra a “scegliere” di dimettersi, dicendo che “non sarebbe più riuscita a guardare in faccia i genitori”.

Una versione contestata sia dall’accusa, rappresentata in aula dal pm Chiara Canepa, sia dagli avvocati di parte civile Domenico Fragapane e Dario Cutaia che assistono la ragazza, che hanno fatto emergere come invece il clima che le colleghe hanno descritto come “consolatorio” con tanto di “pacche sulle spalle e abbracci” nei confronti dell’insegnante, fosse decisamente diverso. E i messaggi della direttrice sembrano proprio confermare che dovesse essere mandata via a tutti i costi. Per questo la direttrice avrebbe persino suggerito alle colleghe di affidarle i bambini più problematici da gestire, in modo da indurla ad andarsene, o quanto meno “farle fare qualcosa di sbagliato”.