Dopo un sorso d’acqua si è addormentato di botto. Si è preoccupato ed andato di corsa al pronto soccorso insieme alla moglie che si era sentita male per lo spavento. Succedeva a fine settembre e poco dopo sono iniziate le indagini dei carabinieri di Beinasco. Nelle analisi di laboratorio fatte in ospedale, infatti, erano emerse tracce di benzodiazepine, ansiolitici, nel sangue dell’uomo, dipendente di un’azienda del Torinese. I carabinieri ricostruiscono almeno altri due episodi simili. Alla fine le indagini portano a un sospettato, è un collega di lavoro dell’uomo che si era sentito male a settembre.
“Mi sentivo bullizzato dai colleghi”, si giustifica davanti al pm Rossella Salvati, difeso dal legale Marinella Ruffatto. E’ indagato per lesioni aggravate. Le indagini sono ancora in corso per ricostruire i dettagli della vicenda. I carabinieri hanno sentito i colleghi di lavoro, in tanti parlano di quel dipendente che tutti descrivono come un po’ strano ma che non ha mai avuto nessun problema con la giustizia. A casa dell’uomo gli investigatori trovano gli ansiolitici della madre anziana, morta da qualche mese. Lui subito nega ma poi, davanti al magistrato ammette: “Sono stato io”.
Il caso di Beinasco non è nemmeno il primo. A ottobre era emersa la vicenda di un fatto simile avvenuto a Bra. Protagonista quella volte due colleghe, dipendenti di un’assicurazione. Una aveva versato nel cappuccino dell’altra, per mesi, ansiolitici. L’avvelenatrice era stata condannata a quattro anni di carcere per lesioni.