Studio della Asl: a confronto oltre 237mila persone senza dose con chi l’ha ricevuta L’efficacia della somministrazione completa è del 95 per cento, la singola del 93%
PESCARA. I vaccini hanno ridotto il rischio di infezioni, malattie e decessi di oltre il 90 per cento. È il risultato dell’indagine condotta dalla Asl di Pescara, in collaborazione con l’università di Ferrara. Lo studio condotto da Lamberto Manzoli, direttore del dipartimento di Scienze mediche e professore di Epidemiologia e Sanità pubblica dell’università di Ferrara, da Rossano Di Luzio responsabile della campagna vaccinale per la Asl di Pescara e da Graziella Soldato, dirigente medico unità operativa complessa Igiene Epidemiologia e Sanità pubblica, è stato presentato ieri mattina insieme al direttore sanitario, Antonio Caponetti, al direttore amministrativo Vero Michitelli, a Ildo Polidoro, direttore del dipartimento di Prevenzione e al direttore di Microbiologia e Virologia Paolo Fazii.
CAMPIONE ANALIZZATO L’analisi, partendo dalle somministrazioni effettuate dalla Asl di Pescara tra il 2 gennaio e il 26 aprile pari a 62.113 dosi, ha preso in esame un campione di 37.467 vaccinati, dei quali circa 27 mila con doppia dose, mettendoli a confronto con 237.778 persone non vaccinate. Dall’indagine sono stati esclusi quanti avevano già contratto l’infezione e quanti avevano ricevuto la somministrazione troppo a ridosso con la ricerca. Le analisi, infatti, hanno tenuto conto del tempo necessario per la produzione di anticorpi, e sono state controllate per età, sesso e durata del follow-up.
I RISULTATI I risultati, dopo una media di 30 giorni dalla data prevista di seroconversione, hanno messo in luce un’elevata efficacia di tutti e tre i vaccini somministrati, Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Le infezioni riscontrate sono state 35 tra le persone vaccinate e 5.878 tra i non immunizzati. Tre i malati, contro 773 tra i non vaccinati. Per i decessi è stata registrata nella categoria dei vaccinati una donna di 96 anni, e 206 persone tra i non vaccinati. L’efficacia complessiva di due dosi di ogni vaccino nel prevenire l’infezione ammonta in media al 95 per cento. Sui ricoveri sale al 99 per cento e sui decessi con infezione è del 91 per cento.
L’indagine ha evidenziato anche l’efficacia di una sola dose di ogni vaccino pari al 93 per cento per la prevenzione delle infezioni, all’86 per cento sui ricoveri e al 91 per cento per i decessi con Covid 19.
VARIANTE INGLESE «Questi dati si riferiscono a un follow-up non lunghissimo e dovranno essere confermati», ha chiarito il coordinatore dello studio, Manzoli «ma è improbabile che si scenda molto al di sotto del 90 per cento. L’analisi ha preso in esame la variante inglese che sul territorio di Pescara è stata prevalente. Le ricerche in circolazione fino a oggi riguardavano altri Paesi o sperimentazioni cliniche, mentre questi sono dati spontanei, di popolazione, che speriamo possano rassicurare sull’efficacia dei vaccini». La ricerca andrà avanti sia per estendere il tempo di follow-up, che per fare valutazioni sulle altre varianti, sulle reinfezioni e il grado di contagiosità di soggetti vaccinati che contraggono il virus.
UOMO E DONNA I risultati sono stati simili tra uomo e donna, e per coloro che hanno ricevuto la seconda dose anche con ritardo rispetto a quanto previsto dai protocolli. «Abbiamo voluto supportare i risultati preliminari in campo internazionale e dimostrare la straordinaria efficacia, in maniera equivalente, di questi vaccini nel prevenire infezioni, malattie e decessi» ha sottolineato la dottoressa Soldato. «I risultati sono perfettamente allineati con studi condotti in altri Paesi, come Israele o Gran Bretagna». Autori della ricerca oltre a Manzoli, Di Luzio, Soldato e Caponetti sono stati anche Maria Elena Flacco, Cecilia Acuti Martellucci e Roberto Carota.
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