PESCARA. «La questione di via Pantini si inquadra in un più complesso problema infrastrutturale sul collegamento in uscita e in entrata a sud della città». Così l’architetto Tommaso Di Biase…
PESCARA. «La questione di via Pantini si inquadra in un più complesso problema infrastrutturale sul collegamento in uscita e in entrata a sud della città». Così l’architetto Tommaso Di Biase interviene sulla polemica legata all’eliminazione di 58 alberi in via Pantini. Di Biase, con Dario Febbo, Vincenzo Forlani, Mariella Saquella e Alberta Maranzano ha costituito un gruppo di lavoro, stimolato dal circolo Pd Di Vittorio, per produrre una soluzione alternativa all’opera. L’ipotesi avariguarda «un’infrastruttura che deve penetrare nella città, ma che deve essere distante dalla pineta, perché porta un traffico di migliaia di macchine al giorno e quindi sarebbe un detrattore ambientale della pineta stessa», afferma. La proposta di Di Biase è di far passare la strada in un tracciato parallelo a quello previsto nell’attuale progetto, ma ai piedi della collina, lontano dalla pineta, «con via Pantini che diventa un sentiero attorno al parco, ciclopedonale. Nel piano regolatore, le aree limitrofe alla pineta sono verde di filtro, cioè di mediazione tra ambito costruito della collina e quello naturalistico della riserva». Secondo il gruppo, i fondi per realizzare questa via alternativa dovrebbero essere ricavati dalle risorse destinate all’abbattimento dello svincolo a trombetta. (m.pa.)