L’assessore Quaresimale ha chiesto l’intervento dei ministri allo Sviluppo Economico e al Lavoro Sospiri: «Non cederemo di un passo». Paolucci e Blasioli (Pd) partecipano al presidio dei lavoratori
CEPAGATTI. L’assessore regionale alle Politiche del Lavoro, Pietro Quaresimale, ha chiesto ai ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro di attivare «subito un tavolo nazionale per affrontare con decisione la vertenza Riello», dopo il recente annuncio di 71 licenziamenti e 19 trasferimenti (ma sono stati già lasciati a casa 49 precari), in vista della chiusura dello stabilimento di Villanova di Cepagatti. L’assessore ha avuto un colloquio informale con i vertici della Riello ed è emerso che «la decisione non è legata a problematiche di carattere finanziario/produttive della sede pescarese, ma ad un nuovo assetto produttivo e organizzativo del Gruppo Carrier. La chiusura è dovuta alle strutture produttive, fortemente impattate dalle modifiche normative e tecnologiche, per cui è stato deciso il trasferimento della produzione a Legnago, Volpago e Torun (in Polonia)», spiega l’assessore che ha ribadito alla società «la massima contrarietà alla chiusura» della sede di Cepagatti.
«La Regione», garantisce il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, «non cederà di un passo sulla vicenda e daremo battaglia in tutte le sedi possibili a difesa dei lavoratori, a cui saremo vicini», aggiunge Sospiri parlando anche a nome dei consiglieri comunali Monica Ciuffi, Maria Petaccia, Domenico Di Meo e Dante Luca Ciuffi. Intanto il capogruppo del Pd in Regione Silvio Paolucci e il consigliere Antonio Blasioli hanno incontrato ieri i lavoratori della Riello che hanno avviato un presidio permanente, deciso con Fiom Cgil e Uilm. Partendo dal presupposto che l’azienda non è in crisi, i due si sono appellati alla Regione «che non può restare ferma e deve attivare tutti gli strumenti per mediare e fare sentire la sua presenza, portando su un tavolo tecnico il confronto e attivando politiche in grado di dare risposte ai lavoratori e alle famiglie». Blasioli e Paolucci chiedono «la convocazione di un tavolo con la proprietà, i lavoratori e i sindacati, per trovare una soluzione alternativa alle scelte annunciate. E se la Regione non si attiverà siamo pronti tentare un’interlocuzione politica con il ministero», proseguono. I due chiedono poi di discutere proposte e progetti di legge fermi in Regione sul lavoro.
La Riello, dopo l’avvio delle proteste, ha fatto sapere che la decisione è stata presa «dopo un’analisi del mercato, che si presenta in rapida evoluzione, e della competitività delle nostre operazioni. Lo scopo», dicono dalla Riello, è di ottimizzare i nostri asset industriali per contribuire a posizionare l’azienda in un mercato globale sempre più competitivo» e l’impegno è di «sostenere i dipendenti». (f.bu.)