Fossacesia. Le spoglie del ciclista tornate in paese: opere e eventi lo celebrano
FOSSACESIA . Alessandro, Fantini, il velocista che ha scritto un pezzo di storia del ciclismo, nel 60° anniversario della scomparsa è ritornato nella sua Fossacesia. Le spoglie del campione delle due ruote si trovavano a Brescia, sua città d’adozione, ma per volontà della famiglia l’urna cineraria è ritornata nel suo paese.
È stata accolta nella piazza a lui intitolata con un fragoroso applauso e poi deposta nella cappella di famiglia. Una stele, opera dello scultore Antonio Di Campli, realizzata proprio per celebrare l’evento, ricorderà che lì c’è Sandrino. Marina, la figlia del campione, che aveva solo un anno quando morì suo padre, ha vissuto momenti di forti emozioni. «Un momento straordinario e indimenticabile», ha affermato, «che testimonia quanto la terra d’origine di mio padre sia forte, tenace e generosa, legata alla sua identità e agli uomini che l’hanno rappresentata degnamente. Papà sarà contento ora di riposare a casa». Le celebrazioni sono state caratterizzate da una lunga serie di appuntamenti, organizzate dall’associazione ciclistica “Fantini”, presieduta da Antonio Cimini, dal vice Giordano Spoltore e sostenuta dalla passione del segretario Mariano Fantini. Interessante il convegno su “ciclismo e sicurezza”, con la partecipazione della Fondazione intitolata a Michele Scarponi, attiva nel promuovere nuove sensibilità e coscienze per prevenire incidenti stradali.
Di rilievo “Il sorriso del ciclista”, opera teatrale del regista Nicolino Stante e il documentario sulla vita del ciclista a cura del giornalista Marco Romani. Gran finale con la 60esima edizione del gran premio Alessandro Fantini, dedicata alla categoria Allievi, una delle più longeve nel panorama ciclistico nazionale.
Linda Caravaggio
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