Impugnati davanti al giudice i solleciti contestati per le utenze di gas per il riscaldamento del 2013/14 L’amministrazione dà mandato all’avvocatura per la difesa, il nodo degli irreperibili e le chiavi sparite
L’AQUILA. Come era prevedibile cominciano ad arrivare i ricorsi contro i solleciti che il Comune dell’Aquila ha inviato a giugno per chiedere ai cittadini che non l’avevano ancora fatto di pagare i consumi (e non solo) degli alloggi del Progetto Case. La giunta, qualche giorno fa, ha autorizzato l’avvocatura comunale alla costituzione nel giudizio dinanzi al giudice di pace avviato da una cittadina “avverso il provvedimento di sollecito di pagamento delle somme dovute per l’occupazione di alloggio del Progetto Case richieste a titolo di utenze gas riscaldamento e acqua calda sanitaria, conguaglio periodo 2013-2014”.
IL COMUNE SI DIFENDE
«È necessario», sottolinea la giunta, «approntare adeguata difesa processuale rispetto a una domanda che, se accolta, potrebbe avere onerose conseguenze per l’ente locale». La questione che da qualche settimana è finita nel dimenticatoio era stata invece al centro di polemiche fra la fine di luglio e i primi di agosto quando l’amministrazione comunale aveva detto no alla richiesta di rateizzare gli importi delle “bollette” come sollecitato dal consigliere comunale di opposizione Lelio De Santis. In particolare l’assessore Vito Colonna (deleghe alla ricostruzione privata; opere pubbliche; patrimonio, manutenzioni ordinarie e straordinarie; lavori pubblici ed espropri; sport, promozione sportiva ed eventi sportivi; impiantistica sportiva) nel corso della seduta di una commissione consiliare ridimensionò la vulgata sulle “maxi” bollette soprattutto perché, disse, non sono nuove bollette ma solleciti di “vecchie bollette” emesse anni fa e che erano state già rateizzate. «Una buona percentuale dei circa 7.000 solleciti inviati a 4.262 utenti – alcuni dei quali ne hanno ricevuto fino a tre per gas, condominio e affitto – deve pagare cifre sotto i mille euro», sottolineò l’assessore. «I maxi morosi che hanno un debito oltre i 10.000 euro – e qualcuno sfiora i 40.000 – sono appena 35 e questi li contatteremo uno per uno».
gli irreperibili
Vito Colonna affermò anche che «delle 4.262 lettere inviate con ricevuta di ritorno, 2.790 sono state consegnate sicuramente e 347 sono tornate indietro perché i destinatari sono ufficialmente irreperibili anche se è certo che almeno 132 abitano ancora nel Progetto Case, ma semplicemente non hanno il nome sulla porta oppure quando vedono il postino che ha qualcosa da far firmare, banalmente, non aprono». Non solo. In quella occasione venne fuori che ci sono persone che hanno lasciato il Progetto Case, ma non hanno mai restituito le chiavi dell’alloggio, c’è chi ha ancora la casa intestata anche se è morto da anni. E poi contatori scassati e difficoltà a misurare i consumi. La cifra che il Comune dovrebbe ottenere dai “solleciti” è oltre 7 milioni. Il termine per il pagamento è scaduto il 31 agosto e quindi presto si saprà quanti hanno messo la mano in tasca e quanti no. Ma intanto è certo che della vicenda si parlerà anche nelle aule di giustizia.
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