Pescara: Abruzzo
PESCARA – Il covid hospital diventa caso giudiziario: la procura di Pescara imprime un’accelerazione all’inchiesta sulla realizzazione della struttura costata 12 milioni di euro, e realizzata in tempi record a primavera 2020, provvidenziale per l’emergenza pandemica, e ha iscritto nel registro degli indagati l’imprenditore lancianese Antonio Colasante, titolare dell’Omnia Servitia che ha realizzato l’opera dopo l’aggiudicazione con una procedura d’urgenza. Indagati con lui i collaboratori Roberto De Vincentiis e Quirino Di Crescenzo, oltre a due funzionari della Asl di Pescara, Luigi Lauriola e Antonio Busich.
L’assegnazione della gara è stata indetta con la determina n. 50 del 12 aprile 2020 dell’Aric, “senza previa pubblicazione del bando di gara”.
L’accusa, tutta da dimostrare, è quella di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Titolari dell’inchiesta i magistrati Anna Benigni e Luca Sciarretta.
Si legge nelle carte dell’accusa: “in concorso tra loro, mediante promesse, collusioni e altri mezzi fraudolenti, turbavano la procedura negoziata d’urgenza per l’affidamento del Progetto Covid Hospital, così assicurandone l’aggiudicazione in favore dell’operatore economico Omnia Servitia”.
E ancora: “Nello specifico, lo studio di fattibilità tecnico-economico elaborato dalla Asl di Pescara, posto tra gli elaborati a base della procedura negoziata, risultava ricalcare lo studio di riqualificazione della palazzina ex Ivap, già trasmesso alla Asl pochi giorni prima che venisse formalmente indetta la procedura dalla Omnia, la quale si aggiudicava la gara con un ribasso del 29,5%, ribasso che veniva recuperato nella misura del 18% circa grazie a lavori supplementari affidati alla medesima società”.
I magistrati hanno chiesto anche di acquisire l’esposto presentato dal consigliere regionale del Movimento 5 stelle Domenico Pettinari, relativo alla presenza dell’amianto nell’ala ospedaliera oggetto di intervento.
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