PESCARA. Dopo aver cominciato con i nuovi richiami ai pazienti fragili, ai ricoverati nelle Rsa, agli operatori sanitari e agli over 60, bisogna assolutamente immunizzare con la terza dose tutto il personale che lavora nelle scuole che per ora risulta escluso dall’elenco delle priorità.
È l’appello lanciato dalla Cisl Scuola che riguarda ben 31.960 operatori abruzzesi del mondo dell’insegnamento, anche universitario, considerando una platea complessiva di 34mila addetti di cui il 94 per cento si è vaccinato con due dosi, e il restante 6 per cento è no vax per motivi vari. L’allarme per le scuole della nostra regione riguarda soprattutto gli insegnanti delle elementari e degli istituti per l’infanzia, che si trovano quotidianamente a contatto con alunni al di sotto dei dodici anni che non possono ancora ricevere il vaccino.
Nonostante le ottime percentuali già raggiunte dall’Abruzzo con le vaccinazioni, tutti i docenti, che hanno ricevuto la seconda dose di vaccino nei primi mesi del 2021, rischiano di trovarsi già parzialmente scoperti, poiché è noto che l’immunità da vaccino comincia ad affievolirsi dopo i sei mesi. Ai docenti e al personale Ata è stato somministrato il vaccino Astrazeneca. Ma con il tempo trascorso e quindi il calo delle difese immunitarie, si sta creando una situazione di rischio di contagi e focolai Covid in un ambiente di lavoro che vede il personale scolastico a contatto con decine di alunni. Quindi con fasce giovanili che, secondo le statistiche recenti, risultano le più colpite dal virus seppure in forma lieve o asintomatica ma non per questo meno contagiosa per i prof e le maestre. (d.b.)