A bordo ci sono anche tre neonati e decine di bambini piccoli. E donne incinte e ferite. Più di 1.100 persone salvate negli ultimi tre giorni da navi umanitarie attendono un porto di sbarco ma dal Viminale nessuna notizia. Non è un via libera facile da dare per Luciana Lamorgese. Navi con 800 persone a bordo, come la Sea Eye 4, non si vedevano da anni mentre la Ocean Viking con altre 314 persone ha ripreso la rotta verso il Mediterraneo centrale per eventuali altri soccorsi visto che gli aerei delle Ong che sorvolano il Mediterraneo negli ultimi giorni hanno avvistato diverse barche vuote.
Segno che le partenze, nonostante le condizioni meteo impegnative, continuano senza sosta sia dalla Libia che dalla Tunisia sulla rotta del Mediterraneo centrale ma anche dalla Turchia da dove partono senza soluzione di continuità barconi e velieri diretti in Puglia o in Calabria come quello soccorso l’altra notte a Isola Capo Rizzuto da una catena umana di polizia e guardia costiera .
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La Sea Eye, che l’altra notte ha salvato un grosso peschereccio con 400 persone che stava imbarcando acqua in zona Sar libica, ha oltrepassato Lampedusa e adesso incrocia sotto le coste del Ragusano nella speranza che il Viminale risponda presto alla richiesta di assegnazione di un porto che presumibilmente dovrà essere un porto grande e ben attrezzato, come Pozzallo ( dove è presente una nave quarantena), Augusta o Catania. ” Finora nessuna autorità si è mossa per assegnare un porto sicuro alla nostra nave. Abbiamo bisogno di aiuto”, dicono dalla nave che ieri ha ricevuto viveri e generi di prima necessità dalla Ocean Viking prima che la nave di Sos Mediterranée riprendesse la rotta per la zona di soccorso.
Nei prossimi giorni, in zona Sar arriverà una terza nave, la Nadir di Resqship che è tornata in mare e si sta dirigendo verso l’area operativa. “Qualsiasi aiuto nel Mediterraneo centrale salva vite”, spiegano. E presto partirà un’altra missione di Open Arms che ha varato nei giorni scorsi una nuova nave ammiraglia, la Open Arms uno che trasporterà a bordo 4 imbarcazioni semirigide e consentirà di alloggiare circa 300 persone, numero che, in caso di emergenza e senza compromettere le condizioni di sicurezza dell’imbarcazione, potrebbe aumentare. Dispone inoltre di 31 letti per l’equipaggio e di un ospedale con 26 posti letto. A cederla alla Ong spagnola il filantropo argentino Enrique Piñeyro che ha iniziato una stretta collaborazione con Open Arms attraverso la Ong Solidaire da lui diretta. ” Ci permetterà di consolidare la nostra presenza nella zona più letale del pianeta, in modo da proteggere in totale sicurezza tutte quelle vite vulnerabili che l’Europa lascia alla deriva”, spiega Open Arms.