Lanciano. Domani, dalle 9.30, la cerimonia per i ginnasiali Il promotore ha ricostruito storie e contattato i discendenti
LANCIANO. Per la prima volta Lanciano ricorda gli studenti-soldato del liceo ginnasio, caduti da eroi in guerra sul campo dell’onore. Da quando la lapide di marmo, su cui sono scolpiti i loro 27 nomi, venne trasferita da corso Trento e Trieste nella nuova sede del liceo classico, in via Del Mare, la storia di questi giovani è stata dimenticata. Dopo anni di oblio, domani la città renderà omaggio a «quei bravi ragazzi del liceo» in una cerimonia organizzata dal Comune e dalla sezione locale dell’Associazione nazionale combattenti e reduci.
Alle 9,30 ci sarà la deposizione di un omaggio floreale al liceo di via Del Mare, con poche persone a causa delle disposizioni anti-Covid. Alle 11, nell’auditorium Diocleziano, si terrà la cerimonia vera e propria. «Tutto prende spunto dai miei ricordi di fanciullo», spiega lo storico Mario Salvitti, promotore di questa ed altre iniziative per far rivivere nella memoria collettiva pagine del passato cittadino, «quando negli anni ’60, in questo periodo, la mia nonna materna mi portava con sé lungo corso Trento e Trieste. Allora sull’attuale Palazzo degli Studi c’era una lapide per gli studenti-soldato del liceo ginnasio, morti nella Grande guerra. Ricordo, e come me tanti altri lancianesi, che a novembre il marciapiede davanti alla lapide si riempiva di lumini, fiori, quadrucci di questi giovani, e donne vestite di nero stavano in ginocchio a pregare per i loro cari. Nel momento in cui il liceo si è trasferito in via Del Mare, l’amministrazione dell’epoca ha pensato di staccare e trasferire anche la lapide. Da quel momento la vicenda di quei ragazzi è scesa nel dimenticatoio e i lancianesi si sono scordati della lapide, che fino alla Seconda guerra mondiale era la più importante della città».
Partendo dai nomi e dalle località di provenienza degli studenti – Lanciano ma anche Trento, Napoli, Ascoli Piceno, Poggio Sannita e, più vicino a noi, Atessa, Roccascalegna, Gessopalena, Lama dei Peligni, Palena, Castel Frentano, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, San Buono, Guardiagrele, Ari, Giuliano Teatino, Ortona – Salvitti ha provato a ricostruire storie e destini degli studenti-eroi. «Ho contattato associazioni e amministrazioni comunali in cerca di qualche discendente», spiega ancora lo storico, «a chi verrà consegneremo una medaglia-ricordo. Il preside di allora, Francesco Milano, negli anni ’20 era una personalità a Lanciano, un uomo di cultura. Teneva molto a questi suoi studenti e, saputa la notizia della loro morte, decise di perpetuarne il ricordo, commissionando a un famoso artigiano la lapide e la cancellata ai suoi piedi. Questi giovani lasciarono gli studi e morirono da eroi: tanti lancianesi vorrebbero che il loro sacrario tornasse in centro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA