I servizi attivati per contrastare le difficoltà educative create dall’emergenza
TERAMO . Non solo lavoro, cibo e casa. La pandemia ha portato alla luce difficoltà, in precedenza rimaste sommerse, legate anche a educazione e istruzione. Questo fenomeno, rilevato dalla Caritas, ha inciso in particolare su situazioni già problematiche, contribuendo ad aggravare le disuguaglianze.
«Il profilo della povertà educativa, così come emerge dal nostro punto di osservazione, si compone di una pluralità di dimensioni che vanno dalla deprivazione materiale a quella culturale», spiega la voce direttrice Anna D’Eustacchio, «dalla mancanza di competenze linguistiche a una scarsa valorizzazione della scuola; dalla latitanza dei genitori impegnati in un problematico accesso alle risorse economiche, alla promiscuità abitativa». L’ente, dunque, ha affrontato anche queste difficoltà emerse nel periodo di chiusura degli istituti scolastici.
«In collaborazione con le Caritas parrocchiali abbiamo creato nuovi servizi», sottolinea D’Eustacchio, «il primo è stato l’acquisto e la consegna di tablet alle famiglie in difficoltà, ma ci siamo accorti che fornire a tutti gli stessi strumenti non equivaleva a dare a tutti le stesse possibilità di apprendimento». Tramite il doposcuola, quindi, i ragazzi sono stati seguiti personalmente per sostenerli in vista dell’esame di terza media».
L’arrivo dell’estate ha fatto segnare un abbassamento della pressione sul fronte delle difficoltà occupazionali. «In questo periodo abbiamo registrato una diminuzione delle richieste di aiuto, riconducibile in taluni casi all’avvio della stagione turistica che favorisce impieghi temporanei nel settore, in grado di risollevare in qualche modo la condizione economica di alcune famiglie», fa sapere la direttrice della Caritas, «molti nuclei, spesso residenti fuori comune e con un basso grado di alfabetizzazione informatica, che non erano riusciti a raggiungerci tramite le nuove modalità di erogazione dei servizi, sono tornati a bussare alla nostra porta non appena l’allentamento delle restrizioni lo ha concesso, portando il peso della situazione di eccezionalità che di fatto è ancora alto: per il 54% le richieste di aiuto registrate in estate, come quelle di settembre e ottobre, sono ancora riconducibili all’emergenza Covid-19». (g.d.m.)
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