Denunciati i responsabili del deposito. Ma il questore avverte: molti sono già finiti nei negozi, verificate e nel caso contattateci
PESCARA. Sulle confezioni, l’etichetta con la dicitura “emettitore di suono”, a indicare prodotti pirotecnici sì, ma innocui, quasi dei giocattoli, e quindi di libera vendita. Ma nella realtà, all’interno c’erano dei petardi molto pericolosi, che possono essere usati solo da persone munite di licenza e con conoscenze specialistiche. Sequestrati, due giorni fa, dalla divisione di polizia amministrativa e sociale della questura, diretta da Alfredo Luzi, otto quintali di botti illeciti destinati ai festeggiamenti di fine anno e Capodanno. Il materiale, pronto per essere distribuito nei negozi, era in un deposito autorizzato di fuochi pirotecnici della provincia. Per due persone, i responsabili della struttura, è scattata immediata la denuncia per frode in commercio. L’operazione, che si inserisce nell’ambito dei servizi disposti dal questore Luigi Liguori e intensificati da inizio mese per contrastare l’illecita commercializzazione di materiali esplodenti, è stata condotta insieme alle unità cinofile e al nucleo artificieri. Nel corso degli accertamenti, che vanno avanti, sono state trovate delle bolle, con confezioni di quei fuochi pericolosi con falsa catalogazione già finite nelle attività commerciali, e più di qualcuna venduta. Di qui l’appello del questore ai cittadini che le hanno acquistate non sapendo del rischio, a controllare e, nel caso, ad allertare le forze dell’ordine. «Invito chi ha comprato inconsapevolmente questi prodotti a mettersi in contatto con noi. Di certo, andremo a fondo in questa storia», assicura Liguori. «In poche ore abbiamo già individuato il luogo di produzione, che si trova in Italia, e dove sono stati catalogati. In questo caso si tratta di un paese della comunità europea».
Nel corso dei servizi è stato sequestrato anche un altro deposito. Scoperti 25mila articoli pirotecnici sempre delle categorie F3 ed F4 e quindi ad alto rischio. I controlli hanno interessato alcuni noti stabilimenti e numerosi punti vendita di Pescara e provincia. Sono stati poi estesi ai principali centri di stoccaggio e distribuzione dove, con i cani anti esplosivo e gli artificieri muniti anche di scanner a raggi X, è stato possibile individuare pacchi confezionati in maniera anonima, all’interno dei quali c’erano alcuni chilI di fuochi illegali.