Dal gip via libera alla Procura per altre indagini sulla eventuale pericolosità del tracciato per le bici Sull’opera più contestata dell’ex giunta Pupillo esposto dell’Ascom anche su omissioni e collaudo
LANCIANO. È la mancata consegna di una relazione tecnica a far slittare di altre 6 mesi le indagini aperte dall’ottobre 2020 sulla pista ciclabile di via del Mare. Il procuratore capo del tribunale di Lanciano, Mirvana Di Serio, ha infatti chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari Massimo Canosa la proroga dell’inchiesta volta a verificare se la ciclabile sia pericolosa, se ci sono stati atti omessi, abusi edilizi e se l’opera era collaudabile. E procede anche la petizione che l’associazione Ascom porta avanti da un mese per capire se i cittadini vogliono eliminare o modificare la sempre contestata pista: oltre 500 le firme già raccolte. Petizione che Ascom consegnerà alla giunta Paolini che ha sempre considerato l’opera pericolosa, ma che attenderà l’esito dell’inchiesta per capire come agire.
LE INDAGINIÈ l’ingegnere Giovanni Ranieri a cui la Procura ha affidato la relazione tecnica sulla pista ciclabile di via Del Mare ad aver chiesto altro tempo per ultimarla e di conseguenza, vista l’importanza della perizia, il procuratore Di Serio ha chiesto e ottenuto dal gip Canosa la terza proroga delle indagini sull’opera più contestata dell’ex giunta Pupillo. Nell’ottobre 2020 fu infatti lo stesso Canosa a respingere la richiesta di archiviazione della Procura per il fascicolo aperto contro ignoti sulla via, dopo gli esposti Ascom, e ordinare nuove indagini per verificare se la ciclabile fosse pericolosa, se ci sono stati atti omessi e se l’opera era collaudabile. E la Procura sta andando avanti con le indagini per omissioni di atti d’ufficio, eventuali abusi edilizi. Tanti gli interrogativi per la pista aperta nel 2019 costata quasi 1 milione di euro (600mila euro della Regione), che l’amministrazione Pupillo ha sempre difeso a spada tratta ma sulla quale Ascom ha chiesto di vederci chiaro tramite esposti presentati dall’avvocato Quirino Ciccocioppo, anche alla Corte dei Conti. Una pista per Ascom «non a norma e insicura», come rilevato da una relazione della polizia municipale del 2017, dal ministero e dalle indicazioni del tecnico che ha firmato il collaudo nell’aprile 2019, Raffaele Di Marcello, che disse di mettere dei limiti di velocità: 30 km/h per le autovetture e 10 km/h per le biciclette per maggiore sicurezza.
LA PETIZIONE«Le indagini vanno avanti ed è giusto che vadano approfondite», dice il presidente Ascom Angelo Allegrino, «ma andiamo avanti anche con la petizione che abbiamo presentato a marzo per eliminare o modificare la pista ciclabile. Abbiamo già raccolto oltre 500 firme. È la quarta petizione che c’è sulla via (le tre precedenti fatte da diverse associazioni nel 2015,2017 e 2019 sono state cestinate dall’ex sindaco Pupillo, ndc), ma è indirizzata questa volta all’amministrazione Paolini per capire che vuole fare di questa strada che ha danneggiato residenti e commercianti». Paolini ha sempre ribadito che la pista è pericolosa, che valutava sia l’opzione dello smantellamento, tenendo d’occhio il fatto dell’uso di soldi pubblici per la realizzazione, sia i cambi sulla viabilità, ma ora resta fermo in attesa della chiusura dell’inchiesta che magari darà indicazioni anche sul da farsi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA