“A queste ragazze è stato assicurato che sarebbero state a posto sia come reddito, con un mensile da 2.500 euro, sia per un tetto, una casa, un alloggio”. Lo ha affermato il pm di Milano Luca Gaglio nella seconda parte della requisitoria, iniziata oggi dopo l’udienza di una settimana fa, nel processo milanese sul caso Ruby ter a carico di Silvio Berlusconi e altri 28 imputati, tra cui una ventina di cosiddette ‘ex olgettine’, ex ospiti alle serate di Arcore che sarebbero state pagate, per l’accusa, per dire il falso nei processi sul caso Ruby. Requisitoria che oggi si chiuderà con le richieste di condanna.
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Ci sono elementi e prove, ha spiegato il pm, “che dimostrano che già dal 2011”, prima che le giovani andassero a testimoniare in aula, “esisteva un accordo corruttivo” tra l’ex premier e le ragazze “volto ad ottenere le false testimonianze di tutte le testimoni dei Ruby 1 e 2”. Le giovani venivano “pagate anche per rendere interviste ai media non diverse da quelle in tribunale”.
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“Vi è stato un accordo per le false testimonianze e si deve comprendere nel pacchetto anche la soluzione aggiuntiva di non rilasciare interviste ai media in senso contrario a quelle rese davanti ai giudici”, ha aggiunto il pm che parlerà ancora per alcune ore, prima di chiedere le condanne.
La tesi difensiva, invece, è che le ragazze fossero state risarcite per la loro reputazione compromessa dopo lo scandalo delle serate a Villa San Martino. Per la Procura, invece, l’accordo corruttivo fu stretto “embrionalmente” nel gennaio 2011 con l’ormai nota riunione ad Arcore tra Berlusconi, i suoi legali e le ragazze, dopo le perquisizioni dei pm per il caso Ruby 1. Gaglio ha ricordato anche che “alcune di queste imputate avevano l’aspettativa di ricevere un alloggio in proprietà” e non in affitto e ha ricordato il ‘pressing’ delle giovani che andavano ad Arcore, davanti alla villa dell’ex premier, e telefonavano al ragioniere di fiducia del Cavaliere, il ragioniere Giuseppe Spinelli per avere soldi.
“Karima El Marough viene ritenuta inaffidabile” da Silvio Berlusconi e dai suoi legali “e il progetto iniziale è quella di non farla testimoniare” nei processi Ruby e Ruby bis. Lo ha detto il pm Luca Gaglio in un passaggio della sua requisitoria. “Il messaggio prova che non la si voleva far testimoniare emerge dal telefono Nokia della mamma di Luca Risso”, l’ex compagno della giovane marocchina. “Nel processo Ruby non si voleva far testimoniare Karima – precisa il pm -. Ruby era partita ed era andata in Messico, era partita il 1 dicembre 2012 ed era tornata il 10 gennaio 2013. La procedura per farla testimoniare era iniziata il 27 novembre 2012. Il fatto che si volesse far volare via Ruby per non farla testimoniare emerge da un file trovato in casa dei genitori di Luca Risso”, ma poi la situazione cambia e “Ruby viene corrotta”, chiarisce il pm.