Eseguita l’autopsia per confermare l’ipotesi del gesto volontario, ma qualcuno potrebbe averlo indotto Il racconto della fidanzata agli investigatori che hanno sequestrano gli abiti e il telefono del 28enne
OFENA. Non ha lasciato biglietti Emiliano Palmeri, l’allevatore 28enne di Ofena ritrovato senza vita in un campo non molto distante da casa. La notte tra il 19 e il 20 aprile scorsi era stato ferito alla testa da una pistola abbatti-buoi di quelle utilizzate nei mattatoi per stordire o finire i capi di bestiame prima della macellazione. Era stato dimesso dall’ospedale pochi giorni fa. Poi lunedì il triste epilogo che getta nuove ombre su una vicenda già abbastanza intricata sulla quale cercano di far luce gli investigatori.
L’AUTOPSIA
Sul corpo del 28enne non sono stati riscontrati segni di violenza, almeno a un primo esame esterno sul luogo della tragedia, ma solo gli esiti dell’autopsia eseguita ieri dal medico legale Giuseppe Calvisi potranno chiarire le cause del decesso ed eventualmente confermare il gesto volontario. Disposti anche esami tossicologici e istologici sui tessuti.
LE ARMI AL RIS
Così come bisognerà attendere per gli esiti delle analisi in corso sulle pistole da parte degli specialisti del Ris. Dopo il ferimento di Palmeri, infatti, gli investigatori avevano effettuato perquisizioni sequestrando diverse armi nelle stalle tra Ofena e Castel del Monte. Anche l’allevatore ne possedeva diverse, ora tutte al vaglio del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri. Gli specialisti del Ris si stanno concentrando sull’arma rinvenuta nell’uliveto a circa cento metri dal luogo in cui Palmeri venne ritrovato ferito in piena notte da un gruppo di amici che lo cercavano da ore. Sulle pistole sono in corso esami balistici e biologici, quest’ultimi volti alla ricerca di eventuali impronte o tracce di Dna sull’impugnatura. Esami che potrebbero aiutare gli inquirenti a escludere o avvalorare responsabilità di terzi.
UN INDAGATO
Subito dopo il ferimento, l’allevatore era stato ascoltato dai carabinieri e aveva accusato un imprenditore di Castel del Monte. Anche in un’intervista al Centro Palmeri aveva ribadito di aver visto in faccia chi gli aveva sparato. Le contraddizioni emerse dalla sua deposizione avevano spinto gli inquirenti a interrogarsi anche sulla personalità del ragazzo.
«Siamo sconcertati, dispiaciuti e amareggiati ancor di più», ha dichiarato l’avvocato Fabio Alessandroni, che difende l’indagato, «colpiti umanamente da questa notizia così drammatica e sinistra».
I CAVALLI MORTI
Si cerca, inoltre, di far luce anche sulla morte di due cavalli del giovane. Mentre Palmeri era in ospedale due animali erano stati ritrovati senza vita.
LE INDAGINI
Al momento tutti gli elementi raccolti fanno propendere per il gesto volontario. Palmeri è stato ritrovato senza vita in un campo a pochi metri da casa, un luogo che dunque conosceva bene. Sul luogo della tragedia il reparto scientifico dei carabinieri non ha riscontrato elementi che possano far pensare alla presenza di terze persone. Tuttavia ciò non esclude che il ragazzo potesse essere stato minacciato, spaventato, vessato psicologicamente e quindi indotto a compiere l’estremo gesto. Da qui l’ipotesi di istigazione al suicidio. Le indagini si concentrano sul tempo intercorso tra la sparizione (ore 9 circa) e il ritrovamento del corpo (19), circa dieci ore. Cos’è accaduto? Molto importante sarà stabilire l’orario del decesso per dare una prima risposta ai dubbi.
IL TELEFONINO
Elementi utili alle indagini potrebbero arrivare dal cellulare del ragazzo, ora al vaglio degli investigatori. Se Palmeri veniva minacciato sul suo telefonino ci potrebbe essere una traccia. Oltre al cellulare, ritrovato nelle sue tasche, spento, sono stati sequestrati gli abiti, oggetti personali e una corda. Gli inquirenti stanno ascoltando i familiari e gli amici. In particolare la fidanzata, Maria Ragni, l’ultima a vederlo vivo. Secondo il racconto della giovane, lei e Palmeri si stavano prendendo cura di un cavallo quando l’allevatore si è allontanato all’improvviso facendo scattare l’allarme.
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