PESCARA – A Istanbul nella prima conferenza internazionale Pandemics and Urban Form lo studio Zedaplus architetti ha presentato il progetto innovativo di rigenerazione urbana e sociale di via Cetteo Ciglia sviluppato per le residenze sociali pubbliche dell’Ater di Pescara.
Il progetto di recupero e ampliamento di una palazzina di proprietà dell’Ater Pescara sita in via Cetteo Ciglia è stata presentata al PUF 2022, prima conferenza internazionale online, su Pandemics and Urban Form, tenutasi dal 28 al 30 Aprile 2022 a Istanbul (Turchia).
Organizzata da INTBAU, Nanjing University, Università di Trento, Özyeğin University, University of Idaho e Kuwait University e divisa in 13 sessioni, la conferenza ha raccolto idee, ricerche e progetti sulla crisi che il mondo sta vivendo dovuta alla pandemia, e su come l’architettura può rispondere concretamente alle trasformazioni della forma urbana.
“Attraverso un finanziamento di 2.7 milioni di euro che la Regione Abruzzo ha emanato per l’attuazione di programmi integrati di edilizia residenziale sociale – ha spiegato il presidente dell’Ater Pescara Mario Lattanzio – abbiamo dato vita a un intervento di grande impatto sulla qualità dello spazio e in continuità funzionale con l’edificio esistente”.
Il progetto redatto dagli architetti Fabrizio Chella ed Erica Scalcione dello studio Zedaplus architetti consiste nella riqualificazione di un’area sita in Pescara attraverso un intervento di adeguamento sismico, riqualificazione energetica e ampliamento di un edificio residenziale pubblico esistente con l’obiettivo di aumentare non solo l’offerta abitativa ma anche di creare un mix di funzioni sociali e relazionali, spazi collettivi e servizi di prima necessità complementari a tutti gli alloggi.
“Il progetto vuole definire un nuovo modello abitativo -resiliente e sostenibile- in grado di migliorare la qualità della vita non solo per chi lo abita ma anche per tutti quelli che frequentano l’intero quartiere” ha aggiunto il presidente. Sarà caratterizzato da un numero variabile di alloggi, da un minimo di 13 fino a 17 a seconda delle esigenze, e da spazi ibridi intermedi, ambienti posti tra la residenza e lo spazio aperto in grado di offrire flessibilità funzionale a tutto l’edificio, e di ospitare funzioni sociali e attività collettive colmando le mancanze sociali pubbliche generate dalle restrizioni causate dalla pandemia.
A detta degli architetti Scalcione e Chella, “Questi spazi saranno aggiunti ad ogni piano per tutta l’altezza dell’edificio e avranno funzioni specifiche in risposta ai nuovi bisogni legati al lavoro, allo studio e alla socializzazione degli utenti (relax & social zone, baby parking, smart working zone, creative room, fitness room, meeting room, garden zone) e invaderanno anche il piano terra creando un prolungamento dei servizi di quartiere”.
“Un progetto pilota che avrà al piano terra – ha proseguito il direttore dell’Ater Pescara, l’architetto Gianni D’Addazio – spazi sociali aperti anche al pubblico, interpretando i valori della cura e delle relazioni sociali della comunità e dell’intero quartiere. Abbiamo inserito un’area destinata al primo soccorso ospedaliero, dotata di un impianto per la distribuzione di gas medicali che in casi di emergenza, si trasformeranno in una piccola area di ricovero ospedaliero con il vantaggio di ricevere un primo soccorso a km 0, direttamente a casa, riducendo la pressione dei ricoveri presso gli ospedali.”
L’edificio termina con un tetto giardino, uno spazio dinamico aperto e luogo di aggregazione. Il risultato sarà un villaggio verticale dei servizi, inteso sia come luogo di relazioni sia come habitat della condivisione e della cura, dove salute, cultura, sport, svago e lavoro prolungheranno la sfera privata delle abitazioni per rispondere alla crisi climatica e pandemica attraverso l’architettura .
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