La coppia viene accusata di tre anni di vessazioni nei confronti di un automobilista di Sulmona Storia emersa per un’aggressione a Pasqua. Il tribunale dispone anche un divieto di avvicinamento
SULMONA. Era stata testimone in un processo civile e la sua pretesa, proprio in virtù del racconto fatto davanti al giudice, era quella di ottenere una parte dei soldi della causa in cui aveva testimoniato. Una deposizione che non era nemmeno stata decisiva per la sentenza finale, in quanto la controparte aveva ammesso le sue responsabilità obbligando la sua assicurazione a risarcire la vittima. Un particolare che non aveva fatto desistere la donna dal chiedere, insieme al marito, la metà del risarcimento che la vittima aveva ottenuto. Per i coniugi è scattata la denuncia per tentata estorsione aggravata e lesioni aggravate, oltre al divieto di avvicinamento alla parte offesa. Tutto è venuto a galla a Pasqua, a distanza di tre anni dai fatti, tra continue vessazioni e minacce, andate avanti fino alla fine di marzo, quando una volante della polizia è stata chiamata per una lite scoppiata tra due persone. Intervenuti per calmare gli animi, gli operatori hanno riscontrato vistose tumefazioni al naso ed alla nuca a danno di una delle due persone, tanto da rendere necessario il suo trasporto in pronto soccorso. Ma risalire alle cause della lite non è stato facile, per la reticenza anche dei presenti al fatto. La storia, come detto, risale a un incidente stradale avvenuto nel 2019. La donna pretese, infatti, senza averne diritto, che parte del risarcimento del danno ottenuto dalla persona offesa dovesse essergli consegnato come corrispettivo della testimonianza resa nell’ambito del relativo procedimento civile. Dalle prove raccolte sarebbe emerso che alle intimidazioni e alla successiva aggressione avrebbe partecipato anche il coniuge. La polizia di Stato ha quindi denunciato un uomo, già con precedenti penali, e con lui il coniuge per tentata estorsione aggravata e lesioni aggravate alla Procura. Ai due indagati è stato inoltre notificato il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e dal marito: non potranno intraprendere alcuna forma di contatto con le persone offese, pena una ulteriore denuncia e aggravamento della misura cautelare. (c.l.)
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