L’Aquila: Abruzzo
L’AQUILA – Confermata l’associazione di stampo mafioso, e condanne dai 5 ai 12 anni per sei degli imputati che avevano chiesto il rito abbreviato.
Questo ha deciso ieri il giudice del Tribunale dell’Aquila, Baldovino De Sensi, nella sentenza di promo grado emessa a carico degli imputati, appartenenti alla così detta mafia nigeriana ‘Black Axe’, dedita al compimento di numerosi reati tra cui traffico di stupefacenti, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, truffe romantiche, truffe informatiche e riciclaggio anche attraverso la compravendita di bitcoin, per un totale di quasi 100 capi di imputazione.
Con a capo “Titus”, nigeriano di 35 anni che dirigeva, dalla città dell’Aquila, tutte le attività criminali del sodalizio, in numerose città italiane.
La condanna più pesante, 12 anni e 6 mesi, è stata inflitta alla persona ritenuta il braccio destro di il capo dell’associazione, contro i 14 anni richiesti dalla pubblica accusa rappresentata dal pm Stefano Gallo. Gli altri 5 imputati sono stati condannati rispettivamente a 8 anni, 6 anni, 5 anni e 4 mesi, 8 anni e 9 anni. Per tutti è stata confermata l’associazione di tipo mafioso, ex 416 bis. Contestati altri reati relativi a utilizzo di documenti falsi, truffe romantiche, truffe informatiche.
Il processo e relativa sentenza è l’estio dell’inchiesta condotta dalla Polizia di Stato dell’Aquila, con l’ausilio del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, delle Squadre Mobili di altre 12 città, che ad aprile aveva portato a termine l’operazione ‘Hello Bross’ eseguendo trenta misure cautelari in carcere nei confronti di altrettanti cittadini nigeriani dimoranti in Italia.
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