Il dem Iacobitti: «Senza questa struttura penalizzata tutta la provincia, Ferrara ha il nostro sostegno»
CHIETI . Dopo l’allarme sulle sorti della sanità locale da parte del sindaco Diego Ferrara, scende in campo anche il Partito democratico. Sulla questione del Dea di secondo livello, l’ospedale con prestazioni e standard assistenziali qualitativamente più elevati che potrebbe non più essere realizzato a Chieti, intervengono anche i responsabili del Pd provinciale e cittadino, Leo Marongiu ed Enrico Iacobitti. «Se nei mesi scorsi si rincorrevano sterili rimpalli di responsabilità verso il passato, il recente verbale del Tavolo di monitoraggio smaschera definitivamente la posizione della giunta Marsilio sulla questione del Dea di II livello. Non è colpa del governo se a Chieti chi governa la Regione non lo ha previsto, ma è una precisa scelta che determinerà effetti a cascata, penalizzando ulteriormente il territorio teatino e l’intera provincia». Il Pd fa dunque da sponda alla battaglia del suo sindaco: «Ferrara ha il nostro sostegno», dice Iacobitti, «in una battaglia di verità che si deve fare su un tema cruciale che mette a rischio anche le sorti della stessa università a Chieti. Perché il problema non è solo l’attesa di una scelta che incida positivamente sullo stato della sanità teatina, da tre anni a questa parte ferma e in preoccupante declino, come tutta la sanità abruzzese, tranne qualche sparuta eccezione, ma è anche l’effetto della mancanza di una scelta, che finirà col mettere a rischio la presenza della facoltà di Medicina, come ha paventato il sindaco». Rincara la dose anche Marongiu: «La cosa sconcertante è che dopo aver prosciugato la sanità sul resto della provincia, in particolare a Lanciano e Vasto», dice, «anche su Chieti ora si rischia una drammatica retrocessione di classificazione e quindi di specialità sanitarie, come la perdita dei finanziamenti per il nuovo ospedale, il mancato impiego dei fondi per il rilancio dell’attuale presidio e la paralisi di prestazioni e servizi lascia intendere. È urgente un chiarimento: servono risposte, ma, soprattutto impegni concreti per salvare la sanità del capoluogo e tutelare il suo vasto bacino d’utenza». (a.i.)
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