L’AQUILA. Appuntamento oggi alle 18 per un altro pomeriggio rovente in via Paganica, sede del Pd. E non è una questione atmosferica. Di pomeriggi caldi, con relativo strascico serale, i tesserati Democratici ne hanno vissuti diversi sin da gennaio, quando qualcuno in seno al partito si è messo in testa di coordinare il tavolo della coalizione, provando – con tutte le difficoltà del caso – a trovare una sintesi tra le varie forze in campo del centrosinistra (Psi, Verdi, Italia dei Valori, Demos, Italia Viva, Movimento 5 Stelle, Articolo uno, Sinistra italiana e Rifondazione. Circa un mese di discussione per raggiungere poco più di quel sussurro gattopardiano “tutto cambi affinché nulla cambi”: Stefania Pezzopane era la proposta iniziale. Stefania Pezzopane è rimasta sino alla fine, con l’esito alle urne che tutti conosciamo. Ora la base del partito, non più solo la componente più o meno giovanile chiede un cambiamento vero, netto. L’obiettivo ora è virare verso un nuovo inizio e in tal senso – con ogni probabilità – vanno interpretate le dimissioni della segretaria cittadina Emanuela Di Giovambattista, per aprire le porte a un «doveroso e necessario rinnovamento dopo che la destra ha stravinto e che la sinistra ha finito la sua competizione elettorale al terzo posto». Si lavora, dunque, a trovare una linea di principio che accontenti i vari livelli generazionali per trovare una guida di partito che prenda le distanze dalla figura dell’onorevole aquilana. Quest’ultima, dunque, se decidesse di mantenere il suo incarico in consiglio comunale, così come da mandato degli elettori (oltre il 20% ha comunque optato per la candidatura alla guida della città) non avrebbe una vita politica facile all’interno dell’assise civica. (fab.i.)
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