Gli armatori pronti a un ulteriore blocco dell’attività, appena ripresa, per le spese in continua crescita Categoria insoddisfatta dalle risposte del Governo. Massi: stringiamo i denti, ma i palliativi sono inutili
GIULIANOVA . I pescatori giuliesi, tornati in mare da poco più di una settimana, potrebbero nuovamente fermarsi, se i carburanti dovessero subire ulteriori aumenti. È la sintesi che emerge dalle parole dell’armatore Giovanni Massi, titolare del motopeschereccio Il Faro, che come tutti i suoi colleghi, si dice preoccupato ma anche profondamente indignato da una situazione che va avanti ormai troppo. «Il prezzo della nafta è arrivato a 1,35 centesimi al litro», evidenzia l’armatore, «fortunatamente in questi giorni la pesca è stata soddisfacente, siamo riusciti a prendere un’abbondante quantità di pescato e seppure i guadagni sono minimi, quantomeno riusciamo ad andare a pari con le spese, che includono anche quelle di manutenzione e il costo dei dipendenti». C’è il rischio, però, di un ulteriore stop. «Se il prezzo del gasolio dovesse aumentare ulteriormente entro breve, non è escluso che saremmo costretti a fermarci nuovamente», avverte Massi, «lo scenario che si prefigura è questo, anche se in vista del fermo biologico previsto per metà agosto, vorremmo evitare di dover prendere una decisione drastica: cerchiamo di stringere i denti». L’armatore non appare per nulla soddisfatto dell’esito della riunione romana di martedì.
«Da parte del Governo ci è stato riferito che studieranno possibili soluzioni e varie proposte alternative», afferma il marittimo, «voci di corridoio all’interno della marineria parlano anche di un fermo bellico: in pratica, una sorta di ristoro destinato alla nostra categoria che andrebbe a coprire i giorni di stop, ma sono solo palliativi che non servono a nulla. Oltretutto non c’è nessun documento ufficiale da parte del ministero a tal riguardo, per ora. Vogliamo poter lavorare con dignità e chiediamo soltanto che sia fissato un tetto massimo del prezzo del gasolio, altrimenti fra poco saremo costretti automaticamente a fermarci. Anche se i ricavi sono minimi, abbiamo deciso di tornare comunque in attività, per far andare avanti l’economia».
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