“Viviamo in uno stato di emergenza oceanica”. A lanciare l’allarme è il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, all’apertura della conferenza dell’Onu sugli oceani in corso a Lisbona, in Portogallo. Obiettivo della conferenza, che fino a venerdì 1 luglio riunirà migliaia di politici, esperti e ambientalisti, è quello di trovare delle soluzioni fondate scientificamente per garantire la salvaguardia dei mari e degli oceani. Il tema generale del summit, co-ospitato da Kenya e Portogallo, è “aumentare l’azione degli oceani basata sulla scienza e l’innovazione per l’attuazione del 14° obiettivo di sviluppo sostenibile: inventario, partnership e soluzioni”.
I punti salienti dell’agenda sono infatti gli stessi dell’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 14 delle Nazioni Unite, “Life below water”, che intende proteggere gli ecosistemi marini e costieri, riducendo la contaminazione marina e l’acidificazione degli oceani; porre fine a pratiche ittiche non sostenibili; promuovere la ricerca scientifica sulla tecnologia marina ed incentivare la crescita degli stati insulari in via di sviluppo.
“Senza un’azione drastica, la plastica potrebbe superare tutti i pesci nell’oceano entro il 2050” ha avvertito Guterres spiegando che “non possiamo avere un pianeta sano senza un oceano sano”.
Il Presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, è poi intervenuto rivolgendosi direttamente ai giovani, invitandoli ad agire per il Pianeta senza riporre troppe aspettative nei governi: “Per essere ascoltati e agire nelle sfide che riguardano il clima e gli oceani dovete combattere e vincere da soli e non fare troppo affidamento sui governanti. Certo ci sono delle eccezioni. Alcuni di loro sono e saranno sempre i vostri principali alleati ma non sono la maggioranza”.
Parole che hanno condotto Guterres a scusarsi: “Dopo quanto detto dal presidente portoghese non posso che scusarmi a nome della mia generazione con tutti voi ragazzi per lo stato in cui versano gli oceani, per la biodiversità e per i cambiamenti climatici”.
A porre l’accento sul ruolo dei giovani è stato anche l’attore Jason Momoa, noto al pubblico per il suo ruolo nel Trono di Spade, che è stato designato ambasciatore della campagna Life below Water del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP).
Colmo di speranza, infine, l’invito di Guterres ad agire tutti insieme per invertire la rotta e occuparci dei nostri mari: “Quando vediamo la Terra dallo Spazio, apprezziamo davvero di vivere su un pianeta blu, l’oceano ci collega tutti purtroppo abbiamo dato l’oceano per scontato e oggi dobbiamo affrontare quella che definirei un’emergenza per gli oceani. Dobbiamo invertire la rotta”.
Se dovesse continuare al ritmo attuale, secondo un rapporto dell’Ocse, l’inquinamento da plastica triplicherà entro il 2060, con un miliardo di tonnellate di rifiuti l’anno. Mentre le emissioni inquinanti sono aumentate del 50% negli ultimi 60 anni, mari e oceani assorbono circa un quarto dell’inquinamento da CO2, pertanto sono diventati più acidi, destabilizzando le catene alimentari acquatiche e riducendo la capacità a captare sempre più gas carbonico. L’oceano sta subendo pesanti ondate di caldo marino che distruggono i coralli. Gli scienziati affermano che il 99% delle barriere coralline rischia di andare perso se i riscaldamento medio raggiunge i 2 gradi al di sopra dei livelli preindustriali.
L’articolo Onu, Guterres: “La plastica nell’oceano potrebbe superare tutti i pesci nel 2050” proviene da The Map Report.