Una storia lunga sessant’anni, cinque apparizioni sul palco dell’Ariston: mondo della musica in lutto
SAN GIOVANNI TEATINO. «Il mio caro amico di una vita se n’è andato nel sonno». L’annuncio della morte di Tonino Cripezzi, su Twitter, è arrivato da Mario Lavezzi, tra i fondatori dei Camaleonti. «Non posso crederci, sono sconvolto dal dolore. Tornano in mente i bei momenti vissuti insieme, che terrò sempre nel mio profondo caro amico».
Nell’arco della loro lunghissima carriera, i Camaleonti hanno venduto oltre 20 milioni di dischi con l’aggiunta anche di quattro Dischi d’oro. Cinque le apparizioni sul palco dell’Ariston. Il gruppo ha alle spalle quasi 60 anni di carriera, dagli inizi nei primi anni Sessanta al Santa Tecla a Milano. Cripezzi era già nella prima formazione, verso la fine del 1963, quando fu chiamato a formare il gruppo da Riki Maiocchi anche se il nome Camaleonti arrivò stabilmente solo nel 1965, quando parteciparono a un primo raduno beat. Da allora i grandi evergreen degli anni ’60 e ’70, brani come L’ora dell’amore, Io per lei, Perché ti amo, Portami tante rose, Viso d’angelo, Mamma mia, scritta dal duo Mogol-Battisti. L’ultimo album nel 2015 per celebrare i 50 anni di carriera.
La morte di Cripezzi non è la prima tragedia che colpisce i Camaleonti. Anno nero il 2004 con la scomparsa di Maiocchi, ex componente della band. Qualche mese dopo, mentre stavano ultimando la registrazione dell’album per celebrare i 40 anni di carriera, i Camaleonti hanno dovuto affrontare anche un altro lutto per la scomparsa del batterista Paolo De Ceglie.
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