“Con il caldo globale i ghiacciai sono sempre più sottili e, quando cadono, vengono giù pezzi come grattacieli”. Reinhold Messner, il primo alpinista ad aver conquistato tutti gli ottomila, commenta così la tragedia della Marmolada. “I seracchi cadono da sempre ma negli anni Sessanta il pericolo che accadesse era di gran lunga minore. Purtroppo anche la montagna risente dell’inquinamento delle grandi città”.
L’esploratore trentino, pioniere della arrampicata libera, conosce bene Punta di Rocca. “Ci sono salito più volte, anche se ormai non ci vado da tanti anni”, racconta il 78enne originario di Bressanone (Bolzano) che per primo, nel 1978, scalò l’Everest senza ossigeno. “Lì non c’è quasi più ghiaccio, non deve essere molto grande il seracco – osserva -. Fa troppo caldo, dieci gradi ieri è una cosa incredibile, il permafrost se ne va e sotto il ghiaccio si formano veri e propri fiumi d’acqua che portano via tutto”.

Marmolada, il momento del crollo di un grande blocco di ghiaccio
“Non sto dicendo che chi oggi era là è stato imprudente – precisa – Salire là, lungo la via normale, è una abitudine per chi va in montagna da quelle parti. Un alpinista bravo, però, non va sotto un saracco in questo periodo: l’arte dell’alpinismo – sostiene – sta nel non morire in una zona dove questa possibilità esiste e, per riuscirci, bisogna tenere occhi e orecchie bene aperti. Sempre…”.