il piano del comune
PESCARA. «Puntare sulle telecamere. Il Comune lo aveva annunciato, lo ha fatto e lo sta continuando a fare, investendo sulla sicurezza. Lo abbiamo detto e lo facciamo». È l’assessore Adelchi Sulpizio…
PESCARA. «Puntare sulle telecamere. Il Comune lo aveva annunciato, lo ha fatto e lo sta continuando a fare, investendo sulla sicurezza. Lo abbiamo detto e lo facciamo». È l’assessore Adelchi Sulpizio a fare il punto sugli impianti installati in città dopo l’attivazione della control room, la sala del comando di polizia municipale di via del Circuito al cui interno vengono monitorate tutte le telecamere esistenti in città, in tempo reale. «Sono in fase di ultimazione», spiega Sulpizio, «i lavori di installazione di altri impianti di videosorveglianza, per un importo di 60.737 euro più Iva» e oggi l’assessore è stato invitato a partecipare ai lavori della commissione presieduta da Armando Foschi per fare il punto sull’intervento. «Dopo l’apertura della control room non ci siamo fermati, ma abbiamo continuato, con risorse comunali, ad installare nuovi impianti, collocando le telecamere sia all’interno di alcuni parchi, che a tutela del patrimonio pubblico. Inoltre, alcune sono state posizionate a presidio della nuova sede della polizia municipale (nella sede ex Omni) e nei pressi di alcune arterie stradali, per un miglior controllo e presidio del territorio». Gli altri punti scelti, oltre a via Del Circuito, dove si è trasferita la polizia municipale, sono parco del Telegrafo, l’angolo tra via Amendola e via Campanella, via dei Peligni, il parco di via Volta, la rotatoria di via Colle Marino, il parco Renzetti, l’ex Britti e l’incrocio tra via Tirino e via San Marco, per coprire l’area di ingresso e di uscita dalla città (vicino alla circonvallazione). In totale sono nove i punti interessatu con 21 telecamere, in tutto.
«Con questi ultimi impianti», spiega sempre l’assessore, «abbiamo sperimentato anche delle telecamere di nuovissima generazione che riescono a coprire una visuale più ampia, pari a 270 gradi, e quindi garantiscono un controllo maggiore delle aree su cui sono poste. Non si ragiona tanto sulla quantità delle telecamere ma sul loro raggio di azione, che si amplia, e questo consente di usare meno impianti». Per fronteggiare le necessità che si pongono di volta in volta sul territorio, «si fa ricorso anche alle telecamere mobili, che poi si possono rimuovere. E accade, ad esempio, se ci sono particolari questioni di sicurezza o se ci sono problemi per l’errato conferimento dei rifiuti in una zona». Mentre traccia il bilancio degli interventi già attuati, «programmati tra la fine del 2021 e l’inizio dell’anno», Sulpizio pensa al futuro. «Nei prossimi mesi contiamo di intervenire in altre zone segnalate dai cittadini e dalle forze di polizia, per aumentare la sicurezza. I cittadini le vorrebbero ovunque, ma non è possibile, e ovviamente serve la copertura finanziaria. Certo è che sono fondamentali per la sicurezza (anche quella percepita), perché sono di supporto per le indagini e consentono di chiuderle in tempi più rapidi, oltre a fungere da deterrente». (f.bu.)