ROMA – “Dal 2010 il Servizio sanitario nazionale ha perso circa 40mila dipendenti per pensionamento o emigrazione”.
Lo ha affermato Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute, sottolineando che nella sanità “la riduzione delle risorse per esigenze di finanza pubblica ha comportato negli anni un effetto a catena disastroso, con perdita di strutture pubbliche, una crescente contrazione del personale e una diseguale qualità e sicurezza dell’assistenza sanitaria, con ridotta accessibilità alle cure”.
In particolare, ha spiegato Ricciardi in occasione della celebrazione dei 40 anni dalla fondazione della Società italiana di Medicina generale (Simg) al ministero della Salute, “dopo la perdita di circa 3.000 medici di medicina generale tra il 2013 e il 2019 , la corsa ai pensionamenti ne prevede circa 35.200 entro il 2027, nonché una carenza di oltre 47.284 medici del Ssn. Attualmente mancano inoltre 53.000 infermieri con un rapporto rispetto ai medici non di 3 a 1, come indicato a livello internazionale, ma talvolta di parità, 1 a 1, non garantendo un adeguato impegno assistenziale”.
Inoltre, ha rilevato, “considerando la spesa sanitaria pro capite, il valore italiano (2.473 euro) è inferiore rispetto ai principali paesi europei , leggermente superiore a Spagna, Portogallo e Grecia ma con differenze importanti rispetto a paesi come Francia e Germania e alla media Ocse (2.572 euro)”.
“L’emergenza Covid ha comportato nel 2020 un forte aumento della spesa sanitaria, raggiungendo 123,5 miliardi di euro, con un incremento di quasi 7,8 mliliardi (+6,7%) rispetto al 2019, superiore a quella prevista di oltre 2,6 mld, ma tutto questo – ha concluso Ricciardi – è destinato a ridimensionarsi già dall’anno prossimo”.
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