Orario prolungato da martedì a domenica: stop solo il lunedì come impone il protocollo nazionale I direttori delle strutture: «Nuovo personale e turni flessibili: così abbiamo superato le difficoltà»
CHIETI. I musei archeologici nazionali guidano la riscossa della cultura in città. Sono scattati i nuovi orari di apertura per Villa Frigerj e la Civitella: le strutture saranno aperte oltre dieci ore al giorno per tutta la settimana, tranne il lunedì (come impone il regolamento dei musei nazionali). È un nuovo inizio per i due polmoni culturali di Chieti, pronti a cavalcare l’onda di successo lasciata in dote dal boom di turisti dell’estate appena trascorsa.
Le difficoltà alle spalle
Appena un anno fa, nel novembre 2021, i musei della Civitella e di Villa Frigerj erano costretti a ridurre drasticamente gli orari di apertura al pubblico. Non solo per colpa del Covid, ma soprattutto per la cronica carenza di personale preparato ad accogliere e traghettare i turisti tra le meraviglie dell’antichità. Il potenziale dei musei, in quel periodo, era anche schiacciato da alcuni lavori di riqualificazione necessari. Un calderone ribollente di problemi che aveva generato dei pericolosi cortocircuiti: «Comunicavamo gli orari di chiusura al Ministero, ma il sito online non veniva aggiornato in tempo e capitava che alcuni turisti si lamentassero di trovare le porte sbarrate», spiega Marcello Iannicca, direttore del museo archeologico “La Civitella”. E i quaderni delle visite, fuori dall’ingresso dei due musei, avevano cominciato a macchiarsi delle lamentele dei turisti per le chiusure improvvise. Un “vorrei ma non posso”, per i due gioielli teatini, che aveva fatto diventare la loro chiusura forzata un caso nazionale. Da lì, però, è cominciato un percorso di ricostruzione silenzioso che culmina, in questi giorni, con nuovi orari di apertura da maratona.
Il nuovo personale
«Ci ha dato una grossa mano il concorso del ministero della Cultura per l’assunzione dei 1.052 assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza (Afav, ndr)», spiega Iannicca. Quei posti di lavoro sono stati sbloccati e i nuovi arrivati divisi per provincia: Chieti ne ha ricevuti 12, tutti smistati tra i due musei archeologici. «Grazie a questa iniezione di forze fresche ora possiamo respirare», spiega Patrizia Colarossi, coordinatrice operativa degli uffici e di supporto alla direttrice del museo di Villa Frigerj, cioè Federica Zalabra (che è anche direttrice regionale dei musei d’Abruzzo). «Il problema non è ancora risolto del tutto», prosegue Colarossi, «ma abbiamo trovato il modo di garantire orari così prolungati con turni di lavoro flessibili». In pratica, il personale dei due musei archeologici non ha sede fissa, ma ruota e così può garantire l’apertura continuata dalle 9 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 19, ndr).
Da più di un anno, inoltre, i due musei possono contare su 10 percettori di reddito di cittadinanza che aiutano il personale (nell’ambito dei puc, i progetti utili alla collettività). Una manna dal cielo nei momenti di maggior carenza di organico. «Abbiamo fatto un lavoro importante per potenziare la fruibilità dei nostri musei», spiega il vicesindaco e assessore alla cultura Paolo De Cesare, «l’abbiamo fatto in sinergia con la direzione regionale dei musei, prima guidata da Mariastella Margozzi, e da circa un anno da Federica Zalabra. Nei momenti di maggior difficoltà abbiamo messo a disposizione i percettori del reddito», prosegue De Cesare, «che hanno consentito che i musei restassero aperti nei fine settimana anche in estate. In più, abbiamo cercato di sensibilizzare la direzione nazionale dei musei, guidata da Massimo Osanna, facendogli toccare con mano la ricchezza e i problemi dei nostri centri culturali. Ora abbiamo superato le difficoltà maggiori, ma non vogliamo fermarci qui». E sul libro delle visite dei due musei sono definitivamente scomparse le lamentele: «I nuovi feedback positivi ci fanno piacere», conclude il direttore Iannicca, «speriamo che questo trend continui. Che cosa ci scrivono i turisti? Che i nostri musei non sono secondi a nessuno».
©RIPRODUZIONE RISERVATA