In tanti nella chiesa di San Paolo per l’ultimo saluto allo studente universitario morto a Punta Penna Don Gianni: abbiamo un carico di dolore insopportabile. La nonna: perché si è spento il tuo sorriso?
VASTO. Rose bianche per salutare Jois Pedone, 20 anni, lo studente universitario ritrovato senza vita fra gli scogli del mare di Punta Penna. Rose bianche sulla bara per esprimere la purezza e la semplicità di un ragazzo andato via troppo presto e al quale si affezionavano tutti. Bianche come i palloncini che, alla fine del rito funebre, sono stati lanciati in cielo. In tanti ieri pomeriggio hanno salutato Jois nella chiesa di San Paolo apostolo stringendosi ai genitori e ai nonni distrutti dal dolore. Fra gli amici vestiti di nero per raccontare il loro sgomento, in tanti avevano la stessa acconciatura con le treccine scelta da Jois per le sue ultime vacanze a Vasto. A rendere omaggio allo studente, tra gli altri anche il sindaco di Vasto, Francesco Menna, gli assessori Anna Bosco e Alessandro D’Elisa e il consigliere regionale Pietro Smargiassi.
La cerimonia funebre è stata semplice, intima proprio come l’avrebbe voluta lui. Commoventi le parole del celebrante, don Gianni Sciorra, che ha affidato a Dio l’anima di Jois. «In questo momento ci sentiamo svuotati», ha detto don Gianni, «perché davanti a noi c’è il buio e chiediamo a Dio di essere luce. Dio accogli Jois e stringilo forte a te», ha chiesto don Gianni che ha proseguito: «La morte porta disperazione e tanto dolore. Siamo tutti qui con un carico di dolore insopportabile. Dio solo sa cosa c’era e cosa c’è nel cuore di Jois. Nessuna morte è vana». Il celebrante ha poi ricordato che Jois, dopo il battesimo ricevuto a Tufillo, è stato educato dai Salesiani. «Ti auguriamo la benevolenza di Dio», ha concluso.
Nessuna delle persone care al ragazzo si rassegna a quanto accaduto. Il dolore per la perdita di un figlio e di un nipote è reso ancora più grande dal mistero che circonda la morte dello studente. Una morte che, come ha sottolineato don Gianni, forse nessuno riuscirà mai a spiegarsi e a scoprire perché il giovane è finito in mare. La famiglia ha chiesto chiarezza e la Procura sta facendo il possibile per ricostruire le ultime ore di vita di Jois e scoprire perché è morto. Jois aveva in tasca il biglietto del treno che avrebbe dovuto riportarlo a Parma. Ieri sarebbe dovuto partire e invece la città ha seguito i suoi funerali. Al termine del rito funebre, mentre il cielo si riempiva di palloncini colorati, una lungo e scrosciante applauso ha saluto il ragazzo dall’eterno sorriso.
«Non avrò pace finché non scoprirò la verità e perché hanno spento quel sorriso», ha ripetuto la nonna del ragazzo disperata. Per scoprire la verità ci vorrà del tempo. Almeno 90 giorni per avere una risposta dagli esami di laboratorio e molti altri ancora per completare le indagini. In tanti sono disposti ad aspettare pur di sapere perché Jois non c’è più.
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