Contestata la decisione adottata dal Comune e dai presidi dopo la tragedia all’asilo Primo Maggio La Cgil: «Gli autisti non entrano più, si fermano in mezzo alla strada. Anche la loro sicurezza va tutelata»
L’AQUILA. Scatta la mobilitazione degli operatori della società Vivenda, che gestisce le mense comunali. Ieri alcuni lavoratori hanno tenuto un’assemblea del personale e inscenato un sit-in davanti alle sede dell’azienda, in via Ulisse Nurzia, per poi proclamare lo stato di agitazione. La protesta nasce dalla decisione, assunta dal Comune e dai dirigenti scolastici, di non far più accedere i furgoni che trasportano i pasti all’interno dei cortili delle 41 scuole cittadine. Un provvedimento assunto dopo la tragedia dello scorso 18 maggio, quando un’auto ha travolto cinque bimbi dell’asilo Primo Maggio, provocando la morte del piccolo Tommaso. Gli autisti devono fermarsi fuori dai cancelli degli istituti scolastici, spesso in mezzo alla strada e alle macchine, e i contenitori con i pasti, che arrivano a pesare fino a 35 chili, vanno portati all’interno a piedi, percorrendo fino a 200 metri di distanza. «Abbiamo raccolto le istanze dei lavoratori», spiega il segretario provinciale della Filcams Cgil Luigi Antonetti, «e chiederemo la convocazione di un tavolo in prefettura, alla presenza del Comune, dei dirigenti scolastici e della Vivenda, per arrivare in tempi stretti all’individuazione di una soluzione, quanto mai necessaria per garantire la sicurezza degli operatori. Ci auguriamo che si intervenga velocemente, in modo da evitare lo sciopero». La Vivenda occupa circa 100 persone, che lavorano a turni di 4 o 5 per ogni scuola. «Comprendiamo la scelta, dettata da motivi di sicurezza dopo la tragedia accaduta a maggio», spiega Daniele Goirani, Rsa Cgil, «ma ormai da un mese attendiamo una soluzione, che ci era stata prospettata durante due incontri in Comune. Si era parlato di prevedere un percorso pedonale e uno per i mezzi. La situazione peggiorerà con l’arrivo dell’inverno, quando tutta l’operazione dovrà essere effettuata sotto la pioggia o la neve. Inoltre», sottolinea il rappresentante dei lavoratori, «anche la nostra sicurezza non è più tutelata, viste le condizioni in cui ci troviamo a lavorare». A risentirne è anche il servizio offerto: «Sono inevitabili i ritardi nella consegna dei pasti», dice Goirani, «che poi si ripercuotono sugli addetti alla distribuzione e quindi, a catena, sugli alunni. Ricordiamo che il servizio mensa è a carico del Comune, che deve garantire a chi se ne occupa di svolgerlo in condizioni adeguate».
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