Il Covid guadagna terreno, man mano che ci si addentra nell’autunno. L’incidenza in Italia è salita ancora nell’ultima settimana, passando dai 307 casi settimanali ogni 100mila abitanti di venerdì scorso ai 353 di oggi. Il Veneto, con 636, ha un valore nettamente più alto della media. Sale anche leggermente, secondo il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità, il tasso di occupazione delle terapie intensive: dal 2% al 2,5%. I ricoveri in area medica aumentano dal 10% all’11%. In aumento anche i casi di influenza, con la stagione entrante che si preannuncia più intensa rispetto a quelle degli ultimi due anni.
La fotografia della settimana
Salgono i contagi di Covid della settimana in Italia: l’11 novembre erano 181.181, oggi sono 208.346, con un aumento di 37mila casi. I decessi sono diminuiti da 549 a 533. Con 1,15 milioni di tamponi, il tasso di positività sale a 17,5% (+1,9%). In aumento sia i ricoveri nei reparti ordinari (+625) che in terapia intensiva (+44). Gli attualmente contagiati sono 452.895.
Nel mondo riprendono i contagi, ma le vittime sono al minimo
Anche a livello mondiale l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) registra una ripresa dei contagi, dopo quattro settimane di numeri in discesa, particolarmente negli Stati Uniti, in Giappone in Germania e in Australia. Ma la mortalità del Covid, fa notare l’Oms, non era mai stata così bassa dall’inizio della pandemia, all’inizio del 2020. Se dall’arrivo del virus 6,59 milioni di persone hanno perso la vita nel mondo, la settimana scorsa i decessi sono scesi a 7.457, il 30% in meno rispetto alla settimana precedente.
Tre regioni sopra la soglia di allerta
Tornando all’Italia, tre Regioni restano sopra alla soglia di allerta del 15%, per quanto riguarda i ricoveri ordinari. Sono Liguria (17,8%), Valle d’Aosta (16,4%) e Umbria (30,4%). L’indice di replicazione del virus Rt è stimato dall’Iss attorno a 0,88, ma il dato risale al periodo 26 ottobre-8 novembre, è poco aggiornato per poter riflettere la situazione attuale. Risulta comunque in leggero aumento rispetto alla settimana prima, quando era 0,83.
New entries nella zuppa di nuove varianti
Per quanto riguarda le nuove varianti, gli Stati Uniti osservano ancora un’erosione di Omicron 5, il ceppo prevalente da mesi, a vantaggio di una “zuppa di nuove varianti” più abili nell’evadere il nostro sistema immunitario, ma che non sembrano provocare sintomi peggiori. Crescono i casi di BQ.1 e BQ.1.1 (soprannominate Cerberus), che negli Usa arrivano quasi al 45% e sono forse alla base dell’aumento dei contagi. Spunta anche una nuova variante BN.1. E’ invece già in calo BA.2.75 (Centaurus) che in estate sembrava preoccupante.
In italia è appena stata pubblicato il monitoraggio delle varianti che fotografa la situazione dell’8 novembre. BA.5 resta saldamente in sella. Ma, aggiunge in una frase finale il rapporto dell’Istituto superiore di sanità e della fondazione Bruno Kessler, “si evidenzia BQ.1.in significativo aumento, con una prevalenza pari a 30.7%“.
Vaccini e mestruazioni, l’effetto è temporaneo
Uno studio pubblicato su Science ha valutato il legame fra vaccinazione e ciclo mestruale. Molte osservazioni nel mondo confermano che l’iniezione può portare a un ciclo più lungo di un giorno e più intenso. L’effetto appare anche con altri vaccini, diversi da quello contro il Covid, ed è legato alla stimolazione del sistema immunitario. Si tratta comunque di un cambiamento temporaneo, che scompare al ciclo successivo e non ha conseguenze sulla salute.