Il colpo messo a segno dagli stessi sospettati: attesa per le decisioni della Procura sugli autori materiali
PESCARA. Dopo gli arresti di settembre per due dei 4 presunti responsabili della rapina al Centro Agroalimentare di Cepagatti, avvenuta l’11 luglio scorso, si attendono le nuove mosse della procura e del pm Luca Sciarretta, titolare dell’inchiesta. In carcere finirono Renato Mancini e Fabio Iervese che, qualche settimana più tardi, sono finiti indagati, insieme a Cosimo Nobile (anche lui coinvolto nella rapina con Costantino Petragallo), nell’inchiesta sul delitto al Bar del Parco costato la vita all’architetto Walter Albi. La procura a suo tempo richiese le misure solo per Mancini e Iervese e non per gli altri due che, nel capo di imputazione, vengono peraltro ritenuti quelli che materialmente misero a segno la rapina da 28mila euro ai danni di una guardia giurata che aveva appena ritirato l’incasso di un punto vendita, alla quale fu sottratta la pistola: la stessa arma, stando almeno a quanto sostiene la procura, utilizzata poi il 1° agosto per uccidere Albi e ferire gravemente Luca Cavallito che era insieme a lui seduto al bar. I legali dei due arrestati, Franco Perolino, che assiste Mancini, e Luca La Gorga, che difende Iervese, fecero anche ricorso al tribunale del Riesame dell’Aquila per chiedere l’annullamento della misura e la libertà per entrambi. Ma tutti e due i ricorsi, discussi davanti ai giudici aquilani lo stesso giorno, vennero rigettati. Segno che gli elementi raccolti a loro carico dal pm erano sufficienti a sorreggere quella misura cautelare. Da evidenziare anche il fatto che, dopo gli arresti, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip che firmò le misure, i due si avvalsero della facoltà di non rispondere. (m.cir.)