PESCARA. L’amministrazione prova ad accelerare sul progetto, «tentando di bypassare le necessarie procedure ambientali». È l’area di risulta insieme al palazzo regionale che verrà realizzato in una porzione di essa l’oggetto della critica mossa dal consigliere regionale Antonio Blasioli al sindaco Carlo Masci. Secondo quanto ricostruito dal consigliere Pd «prima ancora della firma della convenzione – per ora c’è solo un protocollo d’intesa con la Regione che rimanda alla convenzione da cui possono nascere obblighi per Comune e Regione –, in sordina e senza avvertire né la città né i consiglieri comunali, il sindaco Masci lo scorso 10 novembre ha presentato una richiesta di valutazione preliminare ex articolo 6 del Codice dell’Ambiente. Il Comitato Via si dovrà esprimere entro 30 giorni ma da voci regionali sembrerebbe già fissata la data per il 24 novembre». Il rischio paventato dal Blasioli è che se il comitato desse la deroga, non potrebbero essere presentate osservazioni e il progetto verrebbe realizzato così com’è. La richiesta del sindaco deriverebbe dalla considerazione che le modifiche al progetto non comportano impatti ambientali significativi e negativi. Una tesi che Blasioli smonta punto per punto, cominciando dalla «superficie edificabile, che viene di fatto triplicata, passando da un massimo di 7mila metri quadri, distribuiti su tre tipologie (servizi, commerciale, residenziale) e in parte realizzati con strutture “leggere” a 21mila (20mila dei quali destinati alla sede regionale) sicuramente “non leggeri”, a cui vanno aggiunti tra l’altro altri 6.000 di parcheggi interrati a servizio esclusivo della Regione». Il palazzo regionale verrebbe frequentato da 900 dipendenti, che per Blasioli produrrebbero «un inevitabile un incremento del traffico, a cui si aggiungerebbe il carico legato agli utenti».
Un’altra critica deriva dalla sostituzione della dicitura di bosco centrale con parco centrale, che a detta del consigliere porterebbe con sé una riduzione della quantità e della qualità del verde da collocare nell’area. La sostituzione con il palazzo regionale di una struttura culturale che nel primo progetto doveva sorgere lì costituisce un altro punto che inciderebbe sull’impatto ambientale. In ultimo viene obiettato «l’inserimento, solo come possibilità futura, dell’interramento della strada davanti la stazione, creando una barriera fisica tra la stazione e il parco». (m.pa.)