Il monito dell’esperto: le ospedalizzazioni, per fortuna, sono sotto controllo Secondo i dati dell’Agenzia del farmaco «è aumentato l’utilizzo di antivirali»
La circolazione del virus è molto alta anche se non causa un aumento importante delle ospedalizzazioni che sono ampiamente sotto controllo. Ma l’appello degli esperti è quello di continuare a vaccinarsi affinché tutto il lavoro già fatto non venga reso inutile.
Gli attuali vaccini sono tutti efficaci contro le varianti in circolazione. Quindi la raccomandazione è quella di non interrompere il ciclo vaccinale. In Abruzzo i reparti sono quasi vuoti, soprattutto quelli di terapia intensiva. Grandi passi avanti sono stati fatti nelle cure domiciliari e nelle terapie per le persone contagiate. C’è stato in Abruzzo un importante crescita dell’uso di antivirali per le persone fragili. Significa che la malattia viene presa in tempo e si evitano conseguenze peggiori.
OSPEDALIZZAZIONE
I reparti sono organizzati bene per poter curare i pazienti positivi al Covid che si trovano in ospedale per altre patologie primarie. La regola è che a questi pazienti positivi non devono mancare le cure e devono essere trattati con la stessa efficienza dei pazienti non contagiati. Uno standard che sembra sia stato raggiunto. «L’agenzia regionale del farmaco e la Regione», spiega il primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Pescara, Giustino Parruti, «hanno confermato le disposizioni già adottate da maggio. I pazienti devono andare in aree grigie in ciascun reparto. La circolazione del virus è forte, sottolinea Parruti, «ma non influisce sul numero delle ospedalizzazioni perché si tratta di una circolazione molto simile alle precedenti e ci trova pre-immunizzati dai vaccini e dalle precedenti esposizioni». In Abruzzo la percentuale dei posti letto Covid occupati è molto bassa, con 182 ricoverati nei reparti di medicina Covid e al 3.3% nei reparti di terapia intensiva, pari a 6 posti letto occupati. Nell’ultima settimana sono stati 5 i nuovi ingressi in terapia intensiva».
ANTIVIRALI
L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), relativamente alle medicine utilizzate specificamente per il Covid19, ha registrato un aumento nei consumi di idrossiclorochina e azitromicina, degli antivirali e degli inibitori dell’interleuchina 6. «È una buona notizia il fatto che stia aumentando molto l’utilizzo di antivirali nei pazienti a rischio», sottolinea Parruti, «ogni paziente che viene trattato in questo modo significa una mancata progressione della malattia, quindi pericolo sventato in anticipo. Gli antivirali possono essere usati tecnicamente per qualsiasi persona che abbia più di 60 anni e un fattore di rischio».
VACCINAZIONE
La questione più sentita nel mondo scientifico continua però a essere quella delle vaccinazioni. «Consigliamo a tutti di continuare a vaccinarsi seguendo il ciclo di vaccinazione», afferma Parruti, «tutti gli attuali vaccini funzionano benissimo su Omicron 5. Quanto più vacciniamo estesamente con quarta e quinta dose la popolazione generale, tanto più facciamo l’unico provvedimento utile per tenere bassa la circolazione del virus. Non bisogna aspettare per vaccinarsi», conclude il primario di Malattie infettive, «bisogna proseguire il ciclo di vaccinazione già avviato. Attualmente in Abruzzo è stato vaccinato con la quarta dose il 16% della popolazione totale. Uno tra i dati più bassi d’Italia. Finora hanno fatto peggio soltanto la Campania con il 13,2%, la Basilicata con il 13,1 e Sicilia e Calabria con l’11,3.
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